Control di Anton Corbijn (B/W, uk, 122min, 2007)
par hotellunge
lunedì 10 novembre 2008
Il mito dei Joy Division, una delle band più imitate della storia del rock, rivive attraverso lo sguardo intimista di Anton Corbijn.
Control di Anton Corbijn è finalmente arrivato in Italia, in un numero scandalosamente piccolo di copie e soltanto in alcune città, tra cui fortunatamente Bologna e il suo - che Dio lo protegga! – cinema Lumiére.
Il film, come è noto, è il ritratto di Ian Kelvin Curtis, leggendario leader dei Joy Division, toltosi la vita all’età di 23 anni. Il materiale usato per il film è un libro scritto dalla moglie dello stesso cantante, Deborha Curtis, che si intitola Touching From a Distance (in Italia edito da Giunti con il titolo Così Vicino, Così lontano).
Esistono due approcci a questo genere di film: quello del fan o quello dello spettatore. Non ho conosciuto nessun fan di Kurt Cobain dire che Last Days di Gus Van Sant fosse un bel film, mentre è stato apprezzato da diversi non fan. Stesso discorso vale per The Doors di Oliver Stone.
Siamo veramente distanti anni luce dagli stereotipi del genere, e francamente non mi spiego i titoli di alcune recensioni che invece hanno continuato a insistere sui soliti temi “Control: Ritratto di una gioventù bruciata e romantica” .
Al di là del delicato rapporto con la materia raccontata, il film è in possesso di elevato valore estetico in sé, a cominciare da una fotografia ricercata e impreziosita da un bianco e nero che riesce perfettamente a ricreare quell’atmosfera da periferia inglese degli anni ’70, oltre che, come c’era da aspettarselo, da una colonna sonora che ha avuto il privilegio di poter contare su dei protagonisti di primissimo piano come i New Order, band formata dai superstiti dei rimpianti Joy Division.
Film consigliatissimo, come si diceva, ai fan della band di Ian Curtis, ma anche a tutti gli appassionati del buon cinema.