Continuano le disavventure giudiziarie di Comunione e liberazione

par UAAR - A ragion veduta
venerdì 14 dicembre 2012

 

Oltre un mi­lio­ne di euro. A tanto am­mon­ta il valore dei beni se­que­stra­ti nel­l’am­bi­to di un’in­da­gi­ne sulla Fon­da­zio­ne Mee­ting per l’a­mi­ci­zia fra i popoli, aperta dalla Pro­cu­ra della Re­pub­bli­ca di Rimini. L’ac­cu­sa è di “truffa ag­gra­va­ta per il con­se­gui­men­to di ero­ga­zio­ni pub­bli­che”. Nel frat­tem­po, l’ex pre­si­den­te del Banco Ali­men­ta­re è stato ad­di­rit­tu­ra spre­ta­to. Non ba­sta­va­no i guai giu­di­zia­ri legati al si­ste­ma-For­mi­go­ni: pare pro­prio che, per com­pren­de­re il futuro di Co­mu­nio­ne e li­be­ra­zio­ne, ci sia bi­so­gno di con­sul­ta­re quo­ti­dia­na­men­te le cro­na­che giu­di­zia­rie.

La ricerca illecita di sussidi pubblici. Cielle è l’au­ten­ti­co ba­stio­ne della sus­si­dia­rie­tà malata e in salsa cat­to­li­ci­sta. Perché non si limita a pre­di­car­ne i be­ne­fi­ci, ma fa anche eleg­ge­re i po­li­ti­ci che la tra­du­co­no in pra­ti­ca. Per poi pas­sa­re al­l’in­cas­so, a van­tag­gio delle mille realtà del mo­vi­men­to. Spesso deve in­ter­ve­ni­re la ma­gi­stra­tu­ra. Questa volta, però, lo scan­da­lo è grosso, quasi quanto quello che ha coin­vol­to il suo lider maximo, l’or­mai ipe­rat­ti­vo Ro­ber­to For­mi­go­ni.

Il mee­ting di Cielle è in­fat­ti da sempre la ve­tri­na as­so­lu­ta del mo­vi­men­to. E dei tanti suoi fian­cheg­gia­to­ri. Il suo pal­co­sce­ni­co è un ri­chia­mo ir­re­si­sti­bi­le per i po­li­ti­ci ita­lia­ni. Dal mee­ting sono pas­sa­ti Na­po­li­ta­no, Ber­lu­sco­ni, Monti, Ber­sa­ni: il gotha della po­li­ti­ca ita­lia­no, venuto a ren­de­re tri­bu­to al mo­vi­men­to ec­cle­sia­le più po­ten­te del paese. Senza che sol­le­vas­se­ro alcuna cri­ti­ca nei con­fron­ti dei suoi più di­sin­vol­ti metodi. Così come sono pas­sa­ti al mee­ting tanti e in­gen­ti fi­nan­zia­men­ti delle am­mi­ni­stra­zio­ni pub­bli­che e delle so­cie­tà sta­ta­li.

Ipo­te­si di reato,truffa ag­gra­va­ta per il con­se­gui­men­to di ero­ga­zio­ni pub­bli­che

Dopo gli scan­da­li in­tor­no alla sanità in Lom­bar­dia, che coin­vol­go­no ciel­li­ni come Ro­ber­to For­mi­go­ni e Pie­ran­ge­lo Daccò, un’al­tra tegola cade sul mo­vi­men­to ec­cle­sia­le. La Guar­dia di Fi­nan­za ha se­que­stra­to beni per oltre un mi­lio­ne di euro nel­l’am­bi­to di un’in­da­gi­ne sulla Fon­da­zio­ne Mee­ting per l’a­mi­ci­zia fra i popoli, ovvero la grande ker­mes­se di CL. Ipo­te­si di reato, truffa ag­gra­va­ta per il con­se­gui­men­to di ero­ga­zio­ni pub­bli­che: ovvero per aver per­ce­pi­to in ma­nie­ra frau­do­len­ta sov­ven­zio­ni dallo Stato negli anni 2009 e 2010. La Fon­da­zio­ne si sa­reb­be ser­vi­ta dei rap­por­ti stret­ti con realtà im­pren­di­to­ria­li legate a Co­mu­nio­ne e li­be­ra­zio­ne e Com­pa­gnia delle Opere per “tarare il pro­prio bi­lan­cio al fine di con­se­gui­re delle per­di­te”. E avreb­be così ri­ce­vu­to il­le­ci­ta­men­te, scrive il gip, fondi per 310­mi­la euro da Re­gio­ne Emilia Ro­ma­gna, dal­l’A­gen­zia Mar­ke­ting tu­ri­sti­co della ri­vie­ra ro­ma­gno­la e dalla Camera di Com­mer­cio.

Sotto in­da­gi­ni di­ret­to­re ge­ne­ra­le, un am­mi­ni­stra­to­re e il re­spon­sa­bi­le am­mi­ni­stra­ti­vo della fon­da­zio­ne. La Fon­da­zio­ne con una nota ri­spon­de che “l’i­po­te­si di reato è per noi in­fon­da­ta, così come è spro­por­zio­na­ta la misura del se­que­stro pre­ven­ti­vo della somma”. Somma che, viene pre­ci­sa­to, “rap­pre­sen­ta solo una minima parte del bi­lan­cio del Mee­ting”. Viene as­si­cu­ra­to che “nella sua storia tren­ten­na­le il Mee­ting ha sempre ope­ra­to con la mas­si­ma tra­spa­ren­za e non è mai stato ri­scon­tra­to alcun tipo di re­go­la­ri­tà nella ge­stio­ne”. I re­spon­sa­bi­li si dicono “certi di aver ope­ra­to con la mas­si­ma cor­ret­tez­za, con­for­ta­ti anche da do­cu­men­ti in nostro pos­ses­so e già da tempo messi a di­spo­si­zio­ne nel corso delle in­da­gi­ni”, e si di­chia­ra­no ”pronti a col­la­bo­ra­re” per ac­cer­ta­re i fatti. Un’al­tra nota smen­ti­sce poi che la Fon­da­zio­ne “avreb­be ac­qui­sta­to spazi pub­bli­ci­ta­ri sull’house organ di Com­pa­gnia delle opere ‘fat­tu­ra­ti il doppio della ta­rif­fa mas­si­ma pre­vi­sta dal li­sti­no nor­mal­men­te pra­ti­ca­to’”.

Le ombre sul banco Alimentare

Da alcuni giorni si è dif­fu­sa anche la no­ti­zia che mons. Mauro Inzoli, pre­si­den­te della fon­da­zio­ne per quin­di­ci anni e fino a sei mesi fa, sia stato spre­ta­to. L’ex sa­cer­do­te era so­pran­no­mi­na­to ‘don Mer­ce­des’ ed era noto per il suo stile di vita lus­suo­so. Il prov­ve­di­men­to è di un altro ciel­li­no, il ve­sco­vo di Crema (e no­to­rio an­ti-ateo) Oscar Can­to­ni. Le ra­gio­ni non sono state chia­ri­te, ma tra­pe­la­no alcune in­di­scre­zio­ni. Se­con­do il ben in­for­ma­to sito Va­ti­can In­si­der, che dà conto del pro­ces­so ca­no­ni­co, sa­reb­be­ro da ri­con­dur­re a epi­so­di di pe­do­fi­liaRe­pub­bli­ca parla di se­con­do grado di giu­di­zio del pro­ce­di­men­to ca­no­ni­co in vista per non meglio pre­ci­sa­ti “il­le­ci­ti nella sfera per­so­na­le”. Dal 2010, senza for­ni­re pub­bli­ca­men­te spie­ga­zio­ni, Inzoli avreb­be la­scia­to la guida della sua par­roc­chia. Il sito Cre­mo­na De­mo­cra­ti­ca, che per primo aveva dato la no­ti­zia, parla per­si­no di ar­re­sti do­mi­ci­lia­ri già finiti, ma per un’ac­cu­sa di ap­pro­pria­zio­ne in­de­bi­ta. Pro­prio in questi giorni esce un libro del­l’o­ra ex prete de­di­ca­to a Gesù. Il titolo? Era uno di noi.

Tanti soldi ri­ce­vu­ti dallo Stato e dalle am­mi­ni­stra­zio­ni locali, ma po­chis­si­ma tra­spa­ren­za. Il Banco Ali­men­ta­re è un’al­tra delle crea­tu­re di don Gius­sa­ni che è riu­sci­ta a di­ven­ta­re in poco tempo un’au­ten­ti­ca po­ten­za. Delle ombre sulla fon­da­zio­ne ave­va­mo già scrit­to non più tardi di tre mesi fatanti soldi ri­ce­vu­ti dallo Stato e dalle am­mi­ni­stra­zio­ni locali, ma po­chis­si­ma tra­spa­ren­za sul loro uti­liz­zo. E nessun bi­lan­cio pub­bli­ca­to online. L’en­ne­si­mo caso, in­som­ma, di sud­di­tan­za psi­co­lo­gi­ca da parte dei po­li­ti­ci ita­lia­ni, il cui aprio­ri­sti­co pre­giu­di­zio fa­vo­re­vo­le nei con­fron­ti dei mo­vi­men­ti cat­to­li­ci ha ge­ne­ra­to scelte con­tra­rie agli in­te­res­si della po­po­la­zio­ne.

Separare Stato e Cielle

La vi­cen­da di mons. Inzoli non sembra ov­via­men­te di­ret­ta­men­te col­le­ga­ta al tema della sus­si­dia­rie­tà, ma è co­mun­que l’en­ne­si­ma spia di quanto i di­ri­gen­ti del mondo ciel­li­no ab­bia­no spesso com­por­ta­men­ti re­pren­si­bi­li. Il regime in­stau­ra­to in Lom­bar­dia ne è la prova: cor­ru­zio­ne e cle­ri­ca­li­smo a brac­cet­to, senza alcun pudore. Tanto da essere esi­bi­to fa­cen­do sfog­gio di ar­ro­gan­za.

Lo stesso numero uno del mo­vi­men­to, don Julian Carron, ha dovuto am­met­te­re su Re­pub­bli­ca che, “se Co­mu­nio­ne e Li­be­ra­zio­ne è con­ti­nua­men­te iden­ti­fi­ca­to con l’at­trat­ti­va del potere, dei soldi, di stili di vita che nulla hanno a che vedere con quello che ab­bia­mo in­con­tra­to, qual­che pre­te­sto dob­bia­mo averlo dato”. E tut­ta­via, Carron si guar­da­va bene dal fare un solo nome. Un altro po­ten­tis­si­mo ciel­li­no, il card. Angelo Scola, ar­ci­ve­sco­vo di Milano, non è stato capace di vedere in alcun modo il marcio del si­ste­ma for­mi­go­nia­no, e tut­ta­via non esita a im­par­ti­re le­zio­ni sulla ne­ces­si­tà che lo Stato os­se­qui la re­li­gio­ne.

Le vi­cen­de giu­di­zia­rie di Cielle, in sé, non ci do­vreb­be­ro gran­ché in­te­res­sa­re: sem­bra­no solo il remake di quanto già ac­ca­du­to a un altro dei mo­vi­men­ti tanto coc­co­la­ti dagli ultimi due pon­te­fi­ci, quello dei Le­gio­na­ri di Cristo. Ma il ram­pan­te Mau­ri­zio Lupi già si at­teg­gia a pros­si­mo leader, con l’in­te­res­sa­men­to di Ber­lu­sco­ni deciso a tor­na­re in po­li­ti­ca con una ster­za­ta che pro­met­te di essere ancor più cle­ri­ca­le. Nel con­tem­po, Cielle sta cer­can­do di ri­po­si­zio­nar­si anche con Monti. Sem­bra­no pro­prio voler fare finta di niente, per voler con­ti­nua­re im­per­ter­ri­ti a in­fe­sta­re le am­mi­ni­stra­zio­ni pub­bli­che anche nei pros­si­mi de­cen­ni.

L’im­por­tan­za della lai­ci­tà e delle pe­san­ti ri­ca­du­te po­li­ti­che di una sua man­ca­ta difesa. Sa­reb­be invece tempo di dire basta. La parola spetta tut­ta­via agli elet­to­ri, che spesso non hanno però chiara l’im­por­tan­za della lai­ci­tà e delle pe­san­ti ri­ca­du­te po­li­ti­che di una sua man­ca­ta difesa su altri fronti ap­pa­ren­te­men­te estra­nei. I leader di Co­mu­nio­ne e li­be­ra­zio­ne po­tran­no per contro af­fi­dar­si ancora a lungo sulle truppe cam­mel­la­te dei loro fe­de­lis­si­mi, eter­na­men­te ri­co­no­scen­ti e ob­be­dien­ti nei loro con­fron­ti.

 


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