Contento e orgoglioso di essere gay

par Carmelo Di Maria
giovedì 4 novembre 2010

Tiziano Ferro ha dichiarato finalmente di essere gay e dico finalmente perché, come spesso accade per le stelle del mondo dello spettacolo, le voci girano sempre prima. Per il rubacuori pop di turno, le donzelle adolescenti si strapperanno pure le vesti in preda a deliri ormonali, ma i maschi gay hanno già captato con il loro radar che non tutto è ciò che appare (ogni gay che si rispetti sospettava già da molto prima che George Michael e Ricky Martin fossero gay, tanto per fare due esempi).

Il coming out di Tiziano Ferro è significativo per almeno due motivi. Uno è che il cantante si affretta ad aggiungere il qualificativo di ‘contento’ accanto al suo identificarsi come gay. Dettaglio non da poco. Una simile puntualizzazione la fece Ricky Martin al tempo del suo coming out.

Tanto per cominciare, chi ha vissuto gli anni rinchiuso nel metaforico ‘armadio’, nascondendo i suoi pensieri, i suoi desideri sessuali, la sua sfera emotiva, sa bene quale senso di sollievo e gioiosità si provi ad essere finalmente liberi di esprimersi secondo le proprie inclinazioni, secondo natura (il papa non me ne voglia). Poi c’è un motivo se vogliamo più propriamente politico per il quale un gay si voglia autodefinire ‘contento’ o ‘orgoglioso’ di essere tale.

Ad una prima analisi, termini come ‘contentezza’ o ‘orgoglio’ potrebbero suonare quasi non pertinenti rispetto all’orientamento sessuale di un indivdiduo. La verità è che un gay non avrebbe ragione di essere felice o orgoglioso di avere come oggetto sessuale le persone del proprio sesso, se non fosse che c’è chi lo vuole infelice e mortificato, proprio a causa della sua identità sessuale. A cominciare dalla chiesa cattolica, che ammette gli omosessuali all’interno del suo gregge solo se mortificano le loro carni e si astengono dai loro istinti sessuali (un po’ come i preti, anche se talvolta questi non ci riescono e finiscono per abusare delle persone più vulnerabili). Secondo la chiesa cattolica, i gay non avrebbero diritto a vivere la loro sessualità con serenità, dovrebbero ripudiarla, con il conseguente corollario di un senso di infelicità e vergogna per quello che sono. Ma in realtà sono tanti, e non solo la chiesa cattolica, quelli che ci vogliono repressi, in-visibili, senza diritti, criminali (in oltre 70 paesi, per lo più musulmani, essere gay è un reato punibile per legge, dal carcere alla pena capitale).

E poi c’è l’Italia. Mentre l’Europa procede a passo spedito verso il riconoscimento dei diritti umani ai gay, tra patti civili, matrimonio e leggi che stabiliscono un aggravante per i reati a sfondo omofobico, in Italia l’ondata di attacchi omofobici continua imperterrita tra il beneplacito nemmeno tanto indiretto della chiesa cattolica (che continua a vilipendere in modo aggressivo e molto poco cristiano una minoranza sessuale) e le ipocrite espressioni di condanna, del sindaco o ministro di turno, che lasciano il tempo che trovano. Di matrimonio e unioni civili poi, manco a parlarne, si dovesse mai avverare il vaticinio del papa per cui concedere i diritti umani ai gay significa andare incontro alla fine del mondo (è del 2008 l’encomiabile parallello che il papa tracciò fra l’omosessualità e la distruzione della foresta amazzonica).

Ebbene in un panorama italiano così infelice (ed arrivo al secondo motivo per cui il coming out di Tiziano è importante), si sarebbe auspicato un maggiore attivismo da parte di quelle persone che, per una questione di popolarità e di appeal presso il grande pubblico, avrebbero modo di influenzare le masse e smuovere le coscienze. Invece no, delle tante persone sulla cui omosessualità si è tanto chiacchierato per anni, nessuno ha avuto il coraggio di farsi portabandiera e di prestare il suo volto a questa degna lotta per i diritti umani. Nemmeno dopo anni di onorata carriera, di milioni di dischi venduti e di consolidatissimo affetto tra il grande pubblico. Tanto onore, allora, a Tiziano Ferro che lo fa adesso, con una carriera, ci si augura, tutta da percorrere. Di sicuro gli adolescenti gay italiani possono trarne coraggio e sentirsi grazie a lui tutti un po’ più felici e un po’ più orgogliosi.


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