Considerazioni sparse sulla "manovra epocale" di Renzi
par Phastidio
giovedì 13 marzo 2014
Viviamo nel paese dei (finanziariamente) repressi ed analfabeti.
Fantasmagorica conferenza stampa del premier, con annesso pentolame in offerta e battute da oratorio, per presentare la “manovra epocale” che ci farà svoltare.
Alcune considerazioni a caldo ed in ordine sparso.
- Le coperture restano fortemente aleatorie, per usare un blando eufemismo (si veda anche lo sforzo creativo di Carlo Cottarelli), e ci porteranno dritti in rotta di collisione con la Ue. Questo tornerà utile a Renzi in una campagna elettorale anti-europea. Non si butta nulla, alla fine;
- Prendiamo atto che, per Renzi, se una persona percepisce l’interesse su alcuni milioni di euro di titoli di stato, questa non è una “rendita finanziaria”. Diciamo che è “impura”, e come tale verrà meritoriamente tassata al 12,5% (“No Bot, tranquilli!”). Mentre, se un risparmiatore possiede alcune decine di migliaia di euro in fondi comuni, azioni od obbligazioni private, avremo di fronte un caso da manuale di una esecrabile “rendita finanziaria pura”, e come tale da tassare al 26%. Domanda scontata e retorica: prevale l’ignoranza o la furbizia, in questo modo di ragionare?
- Domanda per Renzi, e non solo lui: quanti risparmiatori si sposteranno verso il possesso di titoli di stato o di buoni postali, inaridendo il collocamento di strumenti finanziari da parte di privati? Anche questo è “in media con quanto accade in Europa”?
- A proposito: Renzi sa che la ritenuta al 26% sulla raccolta diretta bancaria da privati (depositi) aumenta il costo della raccolta medesima, con immancabile riflesso sul costo del credito?
- Siamo di fronte ad un caso di repressione finanziaria senza precedenti al mondo, con questa doppia aliquota sui redditi da capitale e con questo differenziale. Per la serie “premiamo le imprese private che cercano capitali”, giusto? Visto che la Cassa Depositi e Prestiti sarà tra i maggiori beneficiari di questa distorsione fiscale (anche il risparmio postale resta tassato al 12,5%), c’è da sperare che l’erogazione di credito alle imprese aumenti di conseguenza (è una battuta, ma anche no);
Una nota a margine sullo “stile” di Renzi. Giusto non essere paludati e formali ma, visto quello di cui si sta parlando, servirebbe maggiore compostezza istituzionale. Ieri il premier è riuscito a far sembrare Silvio Berlusconi e le sue mirabolanti e ventennali promesse un modello di stile. Sarebbe utile che l’Italia smettesse di avere dei comici a Palazzo Chigi. Altrimenti il prossimo appartenente alla categoria, visto anche il modo in cui farnetica, sarà quello che manderà i titoli di coda su questo disgraziato e credulo paese.
Foto: SPO/Flickr