Conferenza stampa di Santoro su Anno Zero: “La Rai chiarisca i suoi intenti”

par Fabio Barbera
lunedì 7 giugno 2010

E’ una conferenza stampa che lancia i presupposti per un terremoto aziendale quella indetta oggi fino alle 14 da Michele Santoro a conclusione della trasmissione di Rai 2 campione d’ascolti. Il conduttore di Anno Zero racconta le sue ragioni e chiede chiarezza di intenti all’azienda, ricordando che se non fosse esploso lo scandalo dell’inchiesta di Trani, Anno Zero sarebbe stata chiusa nel silenzio generale e sotto immotivate ed abnormi sanzioni dell’authority.

 
"La cosa che più rimprovero alla Rai è di essere diventata la brutta copia di Mediaset". E’ una delle tante esternazioni di un agguerrito Michele Santoro all’interno dell’attesa conferenza avvenuta oggi (dalle 12 alle 14). Una conferenza stampa atipica (trasmessa anche via web in streaming sui portali della Rai e in tv da Rai News) indetta per chiarire la posizione del conduttore dopo mesi di polemiche scaturite da rumors di corridoio su di un accordo con la Rai di Garimberti che avrebbe addormentato Anno Zero a seguito di una buona uscita milionaria. Così presso la storica sede Rai di Viale Mazzini, in una sala gremita di giornalisti, siedono Santoro, Sandro Ruotolo, Vauro, il direttore di Rai 2 Massimo Liofreddi e il consigliere Rizzo Nervo. In sala anche il direttore di Raitre Antonio Di Bella, Enrico Ghezzi, Lucia Annunziata, Luca Telese e molti altri. Il grande assente è lui: Paolo Garimberti, presidente della Rai più volte chiamato in causa durante la conferenza.
 
Apre la seduta il direttore di Rai 2 esaltando i risultati di una stagione vincente che ha permesso, grazie anche ad Anno Zero, di battere la concorrenza nel prime time con cifre che superano il 20% di share. “Faccio i miei complimenti a Santoro – afferma Liofreddi – che ho sempre stimato!”.
 
E’ la volta di Santoro: “Devo dire che in questo periodo c’è stata molta attenzione della stampa nei nostri confronti, direi non sempre benevola! Un’attenzione che si è sviluppata sulla base di una serie di notizie che sono state fatte volutamente fuoriuscire da settori della mia azienda nel corso di una trattativa. Questo ha reso più complicato spiegari e quindi oggi facciamo cadere qualsiasi velo…”.
 
"Per 12 serate siamo stati il primo programma della serata, per altre 15 siamo stati il secondo e per 4 serate siamo stati il terzo programma – continua Santoro - siccome Italia1 dovrebbe essere il nostro competitor potete capire con quale risultato ci poniamo dal punto di vista della concorrenza!”. Il conduttore lamenta l’incongruenza tra il dato eccellente e il silenzio dei rappresentanti dell’azienda che non considerano i risultati validi per difendere Anno Zero come trasmissione fulcro dei palinsesti Rai. Un’immagine aziendale anomala quella raccontata, dove i dirigenti non mirano a trattenere le eccellenze e cercano invece di liberarsi dei programmi di punta che possono provocare fastidio. Così Santoro ricorda ai giornalisti che la trasmissione più seguita dell’anno è andata in onda con un parere negativo dell’ufficio legale che attribuiva proprio al conduttore la completa responsabilità di tutto quello che sarebbe potuto accadere in onda.
 
In seguito alle polemiche sul compenso Santoro non usa mezzi termini: tutti gli stipendi della Rai dovrebbero essere pubblicati in rete, così da poter rendere noto esattamente chi guadagna, per cosa e paragonare i vari risultati. “Gli stipendi dei dipendenti Rai non sono secretati o tutelati dalla privacy – afferma Santoro - il presidente della privacy ha già chiarito con una sua comunicazione che sono di interesse pubblico”.
 
Santoro si dice pronto a ricominciare qualora gli organi rappresentativi della Rai e il presidente Paolo Garimberti si dichiarino chiaramente favorevoli alla messa in onda. Il conduttore lo chiede apertamente anche a seguito di quanto emerso dalle intercettazioni di Trani da cui si evince la volontà di zittire Anno Zero su richiesta del Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi. “Per me è stato uno scontro politico-editoriale all’interno dell’azienda - afferma Santoro - è un’azienda che trama per metterti fuori gioco, in un Paese che ha scarsissima attenzione ai problemi che riguardano la libertà d’espressione. Se non fosse scoppiata l’inchiesta di Trani, se non fosse esploso lo scandalo, sarebbe arrivato un provvedimento assurdo dell’authority e noi saremmo stati fatti secchi nell’indifferenza generale […] questo è un punto di riflessione al quale io sono costretto a chiamare tutti quelli che mi ascoltano: che cosa sarebbe accaduto se fosse arrivata una abnorme sanzione dell’authority che non ha nessun fondamento di legge e noi, sulla base di quella sanzione, fossimo stati messi fuori dai piedi”.
 
Una situazione pressante e logorante che mostra tutta la stanchezza di un Santoro alla ricerca costante di spazi di libertà e che lo portano ad una conclusione: “Il programma più bello che ho fatto quest’anno non è Anno Zero ma Rai per una Notte!”
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