Conferenza ONU sul razzismo: vergogna Vaticano

par Federico Punzi
lunedì 20 aprile 2009

Non c’è niente da fare. Sotto Benedetto XVI tra Santa Sede e Israele (e mondo ebraico) proprio non c’è sintonia. Ieri, esprimendo tutto il suo appoggio alla Conferenza dell’Onu sul razzismo, il Papa ha pronunciato parole ovvie e condivisibili contro ogni discriminazione razziale e intolleranza, ma è impensabile che Ratzinger stesso e i suoi uffici in Vaticano ignorassero le polemiche che circondano l’iniziativa di Durban I e II.


Stati Uniti, Italia, Germania, Israele, Australia, Canada, Olanda e Svezia boicotteranno l’appuntamento, perché la dichiarazione della conferenza, che dovrebbe essere contro il razzismo, paradossalmente trabocca di antisemitismo. Com’è noto infatti, la conferenza - così come il Consiglio dell’Onu sui diritti umani - è in mano alle dittature e ai paesi islamici, che la usano principalmente come pulpito da cui levare davanti all’opinione pubblica mondiale, sfruttando la credibilità dell’Onu (quella poca che gli è rimasta), la loro inappellabile sentenza di condanna nei confronti di Israele. Un’altra parte inaccettabile della dichiarazione è quella sulla cosiddetta «diffamazione religiosa», che i paesi islamici hanno introdotto per giustificare la censura e i limiti alla libertà d’espressione.

Il Vaticano avrebbe potuto partecipare alla conferenza mantenendo un basso profilo, come faranno tanti altri stati. Invece, non casualmente bisogna dedurre, Ratzinger ha voluto onorare la ben poco raccomandabile conferenza con una vera e propria benedizione urbi et orbi. Non dico che il Vaticano doveva boicottarla, ma almeno Ratzinger poteva fare a meno di "benedirla" così platealmente. Ma ormai ci ha abituati a queste gaffe. Evidentemente la Santa Sede non vuole perdere occasione per dimostrarsi più interessata a mantenere buoni rapporti con i paesi islamici piuttosto che con Israele e il mondo ebraico.


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