Concluso il ciclo metamorfico della politica italiana

par paolo
sabato 15 giugno 2013

Alla fine il "loop" perverso nel quale da oltre vent'anni era precipato politicamente questo paese si è concluso con un esito che, alla luce di quello che poteva accadere, non solo non è disprezzabile ma forse addirittura auspicabile. Per un pelo, forse in extremis, siamo scampati al destino che un gruppo di fasulli di varia estrazione ci aveva confezionato su misura. Un miliardario erotomane con conti aperti con la giustizia, un cantante da lapidare elettrotecnico fallito ed un comico di lungo corso che, in età tardiva, ha scoperto le meraviglie dell'informatica.
Moriremo tutti democristiani e, ci crediate o meno, forse è meglio così.

Tre surreali condottieri, uno di questi anche unto dal Signore, che hanno messo a ferro e fuoco questo paese con le loro creature politiche in bilico tra il serio ed il tragicomico, ma tutte e tre tremendamente pericolose per la fragile democrazia italiana.

Le ultime elezioni amministrative, che hanno avuto un significato fortemente politico malgrado la solita litania dei perdenti e dei loro compiacenti media, hanno tirato il freno a mano alla caduta libera nella quale eravamo miseramente precipitati. Ciò mi induce -senza cadere in facili illusioni sempre rischiose nel Paese del gattopardismo- a trarre alcune considerazioni sul destino politico di questo paese.
E allora vediamole, limitandoci agli altri tre contendenti perché di "Fratelli d'Italia", usurpatori dell'inno nazionale dopo che Silvio si era già fregato lo sprone sportivo con "Forza Italia", UDC, FLI, Montiani ecc... si sono perse ormai le tracce.

Il Pdl è giunto al capolinea. Non potrà rinnovarsi l'abito da festa e convolare a nuove nozze neanche con la parte elettorale potenzialmente più sensibile ai suoi messaggi di basso profilo etico e morale. In questo momento è come un nucleo fortemente instabile cui basta dare un colpetto per esplodere in pezzi. E il colpetto potrebbe arrivare dai giudici che stanno passando al vaglio le vicende tormentate del suo padre fondatore.

Sul web circola un dichiarazione surreale attribuita malignamente ad Angelino Alfano che recita : "È vero abbiamo perso le elezioni, ma in conpenso ha vinto il nostro alleato di governo", che sarebbe suonata bene ai tempi del sodalizio con la Lega. Nel frattempo, malgrado il precipizio che si è aperto sotto i piedi, la sondaggista di "famiglia" Alessandra Ghisleri di Euromedia Research continua a magnificare la "progressione " del Pdl, mentre Michela Belfiore, pasionaria che butta il cuore oltre la siepe vorrebbe che Silvio Berlusconi venisse proclamato patrimonio dell'Unesco. Silvio, quell'affascinante latin lover che Nicole Minetti ha confessato di avere amato con un "amore vero e puro ", salvo nelle intercettazioni definirlo "culo flaccido ", ma sono i travagli indotti dalla passione, forse con la complicità della pecunia che, notoriamente, non olet.
Insomma vedo il Pdl ed il suo padrone alla fine dei tempi .Seguirà a breve una frattura con gli ex Alleanza Nazionale residuali e poi tutti in libera uscita verso sponde trasformiste più accoglienti da spolpare. Probabilmente al suo posto sorgerà un nuovo centrodestra che chiuderà la parentesi del partito di scopo al servizio di un uomo solo al comando. Almeno speriamo.

La Lega è sparita, non c'è più, di loro sono rimaste tracce nelle scuole e nei bar, dove le croci celtiche hanno adornato i coperchi dei cessi e i sottobicchieri. Bossi e Maroni sono come moglie e marito dopo un tradimento scoperto e litigano persino sul vitalizio di Umberto. Matteo Salvini, un tempo oca giuliva della tv adesso fugge come una lepre davanti alle telecamere, Tosi sindaco di Verona ha ormai le tasche piene dei "lumbard " e medita il ritorno alla Liga Veneta vers. 1.0. Insomma passare dal 13% al 4% a livello nazionale è dura ma perdere Treviso, città simbolo governata dal sindaco sceriffo Gentilini, quello che voleva sparare ai rom, e poi Brescia, Lodi e via tutte le altre, dopo che Milano era già finita nelle mani del "comunista" Pisapia deve essere stato uno choc tremendo, roba da infarto. Invece no, i sopravissuti hanno dichiarato serafici che da ora in poi loro si impegneranno solo e soltanto per il Nord. E allora prima su cosa erano impegnati?

Insomma torneranno ad essere una realtà folcloristica locale, fine dei governi e dei ministeri con relativi distaccamenti simbolici, hanno fatto perfino incazzare Silvio che ha giustificato il cedimento del centro destra con il voto "desaparecido " della Lega. Fine di una storia e di un sodalizio durato anche troppo. Dovranno anche ingoiare il rospo che a portare a compimento reale il progetto del "Federalismo " non saranno più loro.

Il M5S Qui il discorso è un po' più difficile perché la dicotomia Grillo-grillini sta per giungere alla resa dei conti. Dopo i due parlamentari confluiti nel Gruppo Misto, mormorii di malcontento che serpegga tra i parlamentari e le frecciate sul blog, con relativi ritiri delle registrazioni, ieri la senatrice Adele Gambaro ha detto chiaro e tondo che Grillo è la causa principale della debacle del movimento-partito alle amministrative. Vedere il consenso passare dal 31% al 4% e sentire ancora il puparo che continua a sproloquiare contro l'universo mondo nelle sue farneticazioni tragicomiche ha fatto perdere la pazienza ad una signora che, almeno in apparenza ,appare dotata di grande flemma ed autocontrollo. Grillo -come da tradizione- le ha ribattutto di andarsene. È il metodo della "democrazia liquida" , "dell'uno che vale uno", se cerchi di liberarti dai fili che ti muovono, se accenni ad una critica il tuo guru ti scomunica e ti scaccia. Questo è il tipo di democrazia che il duo Grillo -Casaleggio volevano esportare nell'universo mondo.

Pertanto il M5S si spaccherà in due pezzi, una parte composta dai talebani ed una parte transfuga con parlamentari che confluiranno nel Gruppo Misto ed altri non è escluso che andranno direttamente nel PD con il più classico salto della quaglia di scillipotica memoria ma con motivazioni più degne. Se il M5S o come diavolo si chiamerà -anche se Grillo ha il copyright- saprà sciogliersi dal giogo messianico, avrà ancora un futuro perché in questo paese non si è ancora risolto nulla, altrimenti tornerà ad alimentare il movimentismo antisistema di strada. Insomma un ritorno alle origini.

E arriviamo all'unico vincitore -astensione a parte- ovvero il PD .

Se Epifani e Letta sapranno giustificare la loro vittoria inaspettata con i propri elettori, cari miei succederà una rivoluzione copernicana. Sfrondato dalla parte massimalista, messi in un angolo da rottamare i vecchi arnesi del PCI, l'anima democristiana ha finalmente preso il sopravvento nel PD. Come nei film di Alien, prima si sono intrufolati nel corpo ospitante poi lo hanno pian piano divorato dall'interno fino a farlo scomparire. L'ultimo pezzetto pseudo sinistrorso vivente, ovvero Pierluigi Bersani è tornato al paesello natio a meditare su quel che gli è capitato. Il poverello non ci ha capito nulla, ha visto soltanto il suo ex vice multilingue circolare per il mondo a disegnare strategie, mentre a lui gli si sono strozzate le metafore in gola . Ma sì, diamoci alla birretta e non se ne parli più.

Fine della storia. È rinata la DC in veste moderna, meno confessionale e più cosmopolita, che parla inglese fluentemente e vuole raccogliere il consenso di tutti i sinistrorsi e destrorsi moderati che hanno smarrito la casacca di appartenenza. Dopo o insieme a Letta ci sarà Renzi o forse Orfini o forse chi sa chi, ma ormai il parto è avvenuto. Salutiamo il ritorno all'antico passato che speravamo superato perché quello più recente è stato spaventoso.

Se poi i transfughi grillini decideranno il grande passo, quello che Grillo ha impedito per salvare Berlusconi, l'accelerazione sarà ancora maggiore e per Silvio, Angelino, la Belfiore, Santanché e compagnia bella suoneranno campane a morto.

Insomma sono destinato a morire democristiano. Che tristezza!

 


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