Con la zappa contro la lupara

par elio di bella
martedì 9 settembre 2008

Campi di lavoro nelle terre di Canicattì confiscate alla mafia.
Da tutta Italia per lavorare nei vigneti che furono dei clan. Nel nome di Giuseppe Fava e Peppino Impastato.

Campi di lavoro a Canicattì, in uno dei centri a più alta densità mafiosa, nei terreni confiscati ai clan. I volontari lavoreranno per ricordare Giuseppe Fava e Peppino Impastato. Sono arrivati a Canicattì in ventitré, dieci donne e tredici uomini, hanno un’età compresa tra sedici e trent’anni. Giungono dalla Toscana, dalla Lombardia, dall’Emilia Romagna, dalla Sardegna e dalle Marche.

L’iniziativa  rientra nell’ambito del progetto "LiberArci dalle spine", promosso dall’Arci. Aiuteranno nei giorni di vendemmia", nelle attività di coltivazione, raccolta e in tutte quelle relative alla gestione dell’azienda agricola che i soci della cooperativa "Lavoro e non solo” hanno avuto in affidamento per trent’anni. Il campo di lavoro è stato allestito in contrada "Graziano Di Giovanna", nel latifondo confiscato a un esponente mafioso canicattinese ucciso alcuni anni fa In tutto sono 19 ettari di terreno, di cui 7 coltivati a vigneto mentre nei restanti 12 si producono grano, ceci e lenticchie.


Quella dei campi di lavoro nelle terre confiscate alle mafie è un’esperienza che sta caratterizzando in modo significativo l’impegno di varie associazioni impegnate  sui temi della legalità democratica e dell’antimafia sociale con il coinvolgimento di un gran numero di ragazzi e ragazze. A Canicatti il lavoro inizia di buon mattino ed è variamente articolato per una durata che può variare dalle 6 alle 8 ore; in alcuni casi, le attività si svolgeranno anche durante il week-end. Non sono richieste particolari conoscenze o esperienze nel campo agricolo, bensì partecipazione attiva, entusiasmo, disponibilità e buona capacità di relazionarsi.

Durante il campo di lavoro sono previsti momenti di studio, dibattito e approfondimento, visite e incontri su argomenti strettamente connessi agli obiettivi del progetto. I 23 giovani volontari alloggiano in una sede messa loro a disposizione dall’Amministrazione comunale e staranno Canicattì fino a domenica 14 settembre. "Credo fortemente in questo progetto ed è per questo che ogni anno lascio la famiglia, la mia città e le amicizie per dedicarmi anima e corpo a questa bella esperienza", racconta Luca, uno dei 23 volontari. "Queste esperienze – ha aggiunto il ragazzo intervistato da Giornale di Sicilia - ti fortificano, ti permettono di renderti utile, conoscere nuove persone, socializzare, scambiarsi le proprie idee, ma soprattutto servono a dare un significato, a lanciare un messaggio chiaro, forte e preciso all’Italia intera e soprattutto alla Sicilia, che è quello che la mafia può essere sconfitta".

 


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