Con la nuova legge elettorale si mangia...

par Paolo Borrello
lunedì 26 gennaio 2015

In passato si è affermato che con la cultura, diversamente da quanto sostenuto dall’ex ministro Tremonti, si mangia. A me sembra che anche con la nuova legge elettorale si mangia. Di qui la sua importanza.

Io non ho dubbi.

Il cosiddetto Italicum, la nuova legge elettorale, approvata recentemente dal Senato (poi dovrà passare all’esame dei deputati ma non ci dovrebbero essere problemi per la sua approvazione anche da parte della Camera) è molto importante.

Altri sostengono il contrario, convinti che, prima di occuparsi della nuova legge elettorale, il governo doveva prendere altri provvedimenti, più urgenti, tendenti ad affrontare i principali problemi, e non sono pochi, che contraddistinguono il nostro Paese.

Io credo, invece, che, in generale i sistemi elettorali, e in particolare la nuova legge elettorale, rappresenta una delle condizioni necessarie, di maggior rilievo, per consentire agli esecutivi di governare meglio l’Italia.

Da questa considerazione discende la mia valutazione secondo la quale, con la nuova legge elettorale, così come con la cultura, si mangia, cioè si possono esercitare effetti positivi anche a livello economico.

Con la nuova legge elettorale si migliora considerevolmente la governabilità, termine abusato e apparentemente poco comprensibile. Che significa?

Significa che aumenta considerevolmente la possibilità che, dopo le elezioni politiche, i governi siano in grado di operare per un’intera legislatura, senza alcuna interruzione.

Questo possibile risultato dipende da due caratteristiche della nuova legge elettorale.

In primo luogo, alla lista elettorale che raggiunge anche solo il 40% dei voti validi si concede un premio di maggioranza e cioè ottiene la maggioranza dei deputati.

Inoltre, se nessuna lista raggiunge il 40%, le prime due liste vanno al ballottaggio, cioè affrontano una nuova elezione, nella quale, essendo solo due le liste in competizione, necessariamente una avrà la maggioranza dei voti e quindi la maggioranza dei deputati.

Quindi o con una votazione o con due, una lista avrà comunque la maggioranza e non necessariamente dovrà allearsi con altri partiti, espressione di altre liste, per poter governare.

Quindi si potrà dare vita ad un governo forte che molto probabilmente potrà operare per l’intera durata della legislatura, 5 anni (mentre con i governi di coalizione più difficilmente si può raggiungere questo obiettivo).

Un governo forte, con la quasi certezza di poter durare 5 anni, più coeso, perché formato da rappresentanti di uno stesso partito, potrà affrontare con maggiore efficacia i principali problemi del Paese.

E tra questi, soprattutto in questo periodo, i problemi economici ed occupazionali. Di qui la mia valutazione: con la nuova legge elettorale si mangia.

Le altre caratteristiche della nuova legge elettorale sono del tutto secondarie.

Anche il fatto che i capolista dei 100 collegi elettorali, in cui verrà suddiviso il territorio nazionale, siano “bloccati”, cioè scelti dai partiti, mentre solo per gli altri candidati potranno essere utilizzate le preferenze, non rappresenta un aspetto negativo di particolare rilievo della nuova legge.

Infatti, in questo modo, anche se non è facile formulare previsioni, molto probabilmente circa la metà dei 630 deputati saranno scelti con le preferenze e l’altra metà dai partiti, ma il nome di questi ultimi dovrà però essere indicato nelle schede elettorali e pertanto ciò evita il pericolo dell’inserimento di personaggi “impresentabili” come capolista nei vari collegi, perché i partiti che lo facessero correrebbero il concreto rischio di non essere votati dagli elettori.

Peraltro con il precedente sistema elettorale, denominato “Porcellum”, tutti i candidati erano scelti dai partiti, ed inoltre anche il metodo delle preferenze non è esente da critiche perché può consentire a gruppi di potere, o anche ad organizzazioni malavitose, in grado di controllare un buon di numero di voti, di incidere sull’elezione di una parte consistente dei candidati.

Pertanto, quanti si sono opposti alla scelta dei capolista bloccati, come ad esempio una parte della minoranza del Pd, lo hanno fatto per altri motivi, anzi per un altro motivo: far “cadere” Renzi e il suo governo.

Ribadisco, comunque, che la caratteristica principale della nuova legge elettorale è un’altra, quella di favorire la governabilità dell’Italia.

Preciso, infine, che io, più volte, ho fatto riferimento solo ai deputati perché, con la probabile riforma della Costituzione, la nuova legge elettorale varrà solo per la Camera, in quanto i senatori saranno scelti fra i consiglieri regionali e i sindaci, senza che ci siano elezioni dirette.

 

Foto: JustGrimes/Flickr


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