Commercio dell’oro

par Azzurra
lunedì 19 maggio 2014

 
L’oro cominciò ad essere usato in modo diffuso come moneta corrente nel 1816 in Inghilterra, paese che istituì il sistema del “Gold Standard” che prevedeva la perfetta convertibilità tra moneta cartacea (sterlina) e oro. Successivamente anche altri paesi (tra cui la Germania nel 1872 e gli USA nel 1900) seguirono l’esempio britannico. La coniazione e il commercio oro erano liberi e il metallo prezioso poteva essere importato ed esportato senza limitazioni. Il tasso di cambio fra le monete di diversi paesi era quindi fisso e la cosa assicurava anche l’equilibrio degli scambi internazionali. Il sistema, inoltre, preveniva l’eccesso di offerta di cartamoneta sul mercato in quanto questa era legata ad una risorsa scarsa: la stabilità dei prezzi era garantita e l’inflazione era ad un livello bassissimo.
 
Dopo un periodo molto difficile a causa delle due guerre mondiali, nel 1944 per iniziativa degli Stati Uniti e dell’Inghilterra i rappresentanti di 44 paesi si riunirono a Bretton Woods dove fu creato il Fondo Monetario Internazionale (F.M.I.). In tale occasione venne fissato il prezzo del metallo a 35 $ per oncia, prezzo a cui gli USA si impegnarono ad acquistarlo da chiunque ed a venderlo solo alle Banche Centrali. Il sistema basato sull’oro degli Inglesi, diventava un’istituzione che poggiava ora su due pilastri: il dollaro e l'oro. Ogni paese partecipante fu obbligato a versare al F.M.I. una quota di oro e di moneta nazionale e dichiarare la parità tra la propria valuta e l’oro: direttamente, oppure indirettamente attraverso il tasso di cambio con il dollaro.
 
Negli anni sessanta ci fu una rottura dell’equilibrio tra domanda ed offerta, in quanto la grave crisi del dollaro indusse diversi operatori a forti acquisti d’oro. Questa fu la prima volta che l’ oro assunse il ruolo di bene rifugio a fronte dell’instabilità del dollaro. Il 17 marzo 1968 può essere considerata la data ufficiale della nascita del mercato dell’oro il cui prezzo veniva determinato dall’offerta e dalla domanda. Da quel giorno, infatti, diviene effettivo il cosiddetto doppio mercato: uno per le transazioni valutarie internazionali - con il prezzo fissato a 35 $/oncia – e l’altro per gli scambi tra privati, con prezzo lasciato libero di fluttuare secondo l’andamento delle contrattazioni.
 
Il sistema aureo entrò in una crisi che culminò il 15 Agosto 1971, quando l’amministrazione Nixon soppresse la convertibilità tra dollaro e oro e svalutò due volte il biglietto verde facendo così crollare uno dei pilastri del sistema di Bretton Woods. Il doppio mercato dell’oro terminò nel 1976 quando i Paesi aderenti al FMI ufficialmente decisero l’abolizione del prezzo ufficiale.
 
Nonostante il crollo del sistema e la liberalizzazione del mercato, il metallo giallo continua a rivestire un ruolo fondamentale negli investimenti: offre all’investitore sicurezza e solidità, il suo valore è universale e facilmente realizzabile in qualsiasi momento ed è considerato il bene-rifugio per eccellenza per proteggersi dalle svalutazioni e da incertezze economico-politiche. Al giorno d’oggi la massa di dollari attualmente circolante esclude la possibilità di un ritorno a livello internazionale a un sistema valutario di cambi fissi.
 
Come gli altri metalli preziosi, l'oro è quotato al grammo o all'oncia. Quando è in lega con altri metalli, la sua purezza è misurata in carati con una scala che fissa a 24 carati i lingotti d' oro puro. Un altro modo comune di indicarne la purezza è l'uso di un valore compreso tra zero e uno a tre cifre decimali o una frazione in millesimi (18 carati ≡ 18/24 ≡ 0,750 ≡ 750/1000 ≡ 75%). Come si diceva sopra , dal momento del crollo del sistema di Bretton Woods, il prezzo dell'oro è fissato dai mercati, tuttavia dal 1919 la borsa di Londra stabilisce due volte al giorno un prezzo di riferimento (il cosiddetto fixing dell'oro). Nel prossimo articolo ci occuperemo nel dettaglio dei mercati deputati allo scambio dell’oro fisico e dell’oro “cartaceo”, cioè l’oro finanziario.
 

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