Come creare 12.000 posti di lavoro a costo "zero"

par paolo federici
venerdì 16 dicembre 2011

Il mondo del "trasporto" e della "logistica" potrebbe crescere velocemente, contribuendo all'aumento del PIL. Come? In una maniera molto semplice, che adesso spiego.

Partiamo da dei semplici dati numerici:

- in Germania, in un anno (il 2009), hanno fatto circa 113 milioni di operazioni doganali mentre in Italia sono state "solo" 17 milioni

- in Germania operano 1.872.000 imprese, mentre in Italia sono 3.900.000

- in Germania i lavoratori impiegati nelle 1.872.000 imprese sono circa 13.000.000 di persone, esattamente uguale al numero dei lavoratori impiegati nelle 3.900.000 aziende italiane.

- in Germania sono stati "incassati" dazi all'import pari a 2,6 miliardi di euro, in Italia 1,3 miliardi di euro

Cosa balza all'occhio?

Che in Germania, la metà di aziende fa incassare allo Stato il doppio di dazio.
(Se qualcuno se lo ricorda, scrissi tempo fa che il rapporto lavoro Italia/lavoro Germania era 4/1, cioè in Italia sono necessarie 4 persone per fare lo stesso lavoro di 1 persona in Germania)

Ma anche che in Germania fanno quasi sette volte il numero di operazioni che facciamo noi (esattamente sono 6,65 volte, visto che questo è il risultato se si divide 113 per 17). Quindi il rapporto da 1/4 sale a 1/6,65... 
Insomma noi lavoriamo molto di più per produrre molto ma molto di meno
Volete un altro numero?

I container con merce destinata all'Italia ma "entrati" in Europa dai porti di Amburgo e Rotterdam sono stati 2,5 milioni. Praticamente più del doppio di quelli che normalmente transitano da Genova. Se "tutta" la merce destinata in Italia entrasse da un porto italiano (come Genova), il "lavoro" di Genova sarebbe triplicato. (E, ovviamente, triplicando il lavoro triplicherebbero anche i "posti di lavoro") 

C'è un altro dato da tenere presente: quando merce destinata in Italia "entra" da un porto europeo non italiano, il dazio (dovuto all'importazione e pagato dall'importatore/consumatore finale) non resta tutto nelle casse italiane, ma il 25 per cento passa allo Stato Estero che controlla il porto di entrata (quindi, l'Olanda, ad esempio, non solo gestisce centinaia di migliaia di container che potrebbero tranquillamente evitare di transitare da Rotterdam, e quindi su quel lavoro di transito "guadagna", ma si porta a casa anche una bella fetta del dazio che, altrimenti, sarebbe tutto italiano.)

Insomma ci facciamo male due volte. E tutto questo perché?
Perché da noi le operazioni sono molto più complicate, la burocrazia ci attanaglia alla gola, le procedure sono farraginose, le leggi cambiano continuamente, le circolari esplicative su una stessa norma si sprecano (sapete che per la sola questione del deposito iva, da agosto ad oggi sono state emanate 4 diverse circolari dall'Agenzia delle Dogane, una più complicata dell'altra? Anziché continuare a interpretare, burocratizzare, complicare, bisognerebbe semplicemente cancellare tutto ed agire esattamente come fanno negli altri 26 Stati europei).

E' mai possibile che l'Italia (unica su 27 Stati) abbia leggi, procedure, interpretazioni, disposizioni totalmente diverse da quelle di tutti gli altri? Quand'è che davvero diventeremo anche noi uno Stato "Europeo"? Tornando al titolo, ecco: se l'Italia adottasse le stesse procedure, le stessi leggi, le stesse normative, le stesse interpretazioni del resto d'Europa, due milioni e mezzo di container tornerebbero a transitare per i nostri porti e le nostre aziende di logistica dovrebbero assumere 12.000 persone per gestire il nuovo volume di traffico.

Per creare 12.000 posti di lavoro basta un click che cancelli norme e regolamenti assurdi ed obsoleti: è davvero così difficile?
 


Leggi l'articolo completo e i commenti