Com’era la politica senza Berlusconi?

par ct
giovedì 13 dicembre 2012

Esiste una generazione che non ha mai conosciuto altra stagione politica al di fuori di quella inaugurata dal Cavaliere nel 1994

Siamo nati tra la fine degli anni ottanta e l’inizio dei novanta. Per noi canale cinque è sempre esistita ed ogni programma tv ha sempre avuto un corpo di ballo tendenzialmente senza vestiti. Il termine conflitto d’interessi l’abbiamo imparato molti anni prima di comprenderne il significato, mentre mangiavamo a tavola con mamma e papà e la televisione parlava, parlava di canali, parlamento, aziende e Milan.

Tramite libri, racconti o studi abbiamo appreso delle vicende di Tangentopoli, Craxi, Democrazia Cristiana, Andreotti e stragi di mafia, ma i nostri primi ricordi “politici” sono quel motivetto “…e Forza Italia”, quella bandiera che assomigliava tanto al tricolore e quell’opuscolo arrivato in tutte le case italiane nel 2001 con le foto della famiglia Berlusconi, giardini, bambini e cani. E che bei giardini e che bei cani. Con l’avvento dell’ Euro, a casa arrivò anche la calcolatrice con il convertitore dalle lire. Arcore è un posto famoso. Uno dei comuni più famosi d’Italia. I politici parlano con accento milanese. Questo abbiamo, nostro malgrado, imparato. Eravamo bambini e quella figura sullo sfondo ce la ricordiamo, volente o nolente. Poi siamo cresciuti, ci siamo interessati e informati, da bravi cittadini.

Le televisioni, le testate giornalistiche, le personalità pubbliche, abbiamo scelto quelle pro o anti cavaliere, così come nelle grandi discussioni politiche degli adulti, quelle piccole e appassionate alle assemblee a scuola, quelle più accese all’università. È sempre stato così: o con lui o contro di lui. C’erano quelli con la bandiera rossa e verde - che poi è diventata azzurra- da un lato, e gli altri, i qualsiasi altri, dall’altro.

Le leggi sono ad personam? Salva Silvio, salva Ruby, salva chi? Le donne in parlamento sono tutte Minetti? Abbiamo sempre avuto di che parlare. Noi, come i giornali o le tv, le chiacchiere la bar o da salotto per bene. Sempre un processo o uno scandalo, sempre dei cori davanti ai tribunali, ai palazzi. La politica è sempre stata un levarsi di voci grosse e tifo, non è così? Poi le elezioni. A prescindere dall’esito o dai pronostici, le competizioni politiche sono sempre state B. contro qualcun altro, un qualsiasi qualcun altro. Perché funziona così, giusto?

La sua faccia è invecchiata (o forse no) nei manifesti di anno in anno, elezione dopo elezione. Una polemica per una dichiarazione troppo azzardata, ci siamo sempre infervorati, forse indignati ma ce ne siamo sempre dimenticati dopo poco. Anche questa è routine. Abbiamo visto tanti film velatamente o esplicitamente dedicati, abbiamo ascoltato anche distrattamente canzoni composte per ogni occasione, guardato intere trasmissioni, osservato passarci davanti cortei di devozione, odio, ilarità. Abbiamo riso per la satira, sempre la stessa. Per noi è sempre stato così. E adesso, ancora. In realtà non ci abbiamo mai creduto davvero.

Non abbiamo mai creduto davvero che noi di sinistra avremmo potuto criticare, giudicare qualcun altro, un altro programma elettorale; o che noi di destra avremmo potuto sostenere, riconoscerci in un’altra personalità.

Com’era la politica senza Berlusconi? Raccontatecela, noi non la conosciamo. 


Leggi l'articolo completo e i commenti