"Colpa delle stelle" è una mazzata tremenda

par soloparolesparse
martedì 16 settembre 2014

È in fondo un buon film questo Colpa delle stelle. Su un argomento per nulla facile Josh Boone si cimenta e ne esce vivo, senza mai essere memorabile, con diversi punti di caduta ma nell’insieme profondamente drammatico e a tratti devastante.


Haz ha 17 anni e un cancro ai polmoni allo stadio terminale. Al gruppo di sostegno (cui non vuole partecipare) incontra Gus, che potrebbe aver risolto il suo cancro alle ossa con l’amputazione di una gamba. Gus ha 18 anni e prova a fare il figo ed il forte.

Tra i due nasce una bella storia. Il ragazzo è innamorato pazzo e fa di tutto per far vivere nel migliore dei modi quel che resta della vita di lei. Il legame simbolico lo trovano in un libro che farà da filo conduttore e li porterà fino ad Amsterdam per conoscere l’autore.

Poi ovviamente succedono un sacco di cose tra rapporti con genitori e qualche amico (ma mica tanti, in quelle condizioni), cadute sanitarie e tentativi di andare avanti.

Quello che funziona bene è il messaggio positivo. La consapevolezza e la lucidità dei due ragazzi, consapevoli della morte imminenti ma capaci di andare avanti nel migliore modo possibile. E pure funziona la parte drammatica che in diversi momenti, inevitabilmente, raggiunge vette di lacrime incontrollabili.

Funziona meno (troppo mielosa) la parte relativa alla storia d’amore, che pure ha tratti molto diversi da quelli che siamo abituati a conoscere. Quello che funziona peggio è la sequenza della visita a casa di Anne Frank, davvero banale.

Molto bravi i due protagonisti. Convincente Ansel Engort, potente e capace di confermarsi Shailene Woodley.

Nota a margine. Il "vaffanculo" della Woodley a Dafoe ricorda molto da vicino quello di Stallone in Fuga per la vittoria durante la partita.


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