Classe politica italiana...

par Francesco Rossolini
venerdì 9 gennaio 2009

Qualunquismo, corruzione, senilità, autoritarismo, arroganza, nepotismo, sono solo alcune delle magnifiche doti per cui la classe politica italiana (tutta la classe politica) è “famosa” in tutto il mondo.

E si badi non è una questione momentanea che caratterizza l’attuale maggioranza, è una connotazione peculiare a quasi tutti i nostri politici e politicanti di qualsivoglia schieramento, rarissima eccezione alcuni virtuosi sparsi per il parlamento, isolati ed invisi ai più.

È altrettanto vero che in linea generale i governanti rappresentano lo spirito del popolo che governano, pertanto si potrebbe trarre la conclusione che il popolo d’Italia sia prossimo a una misera decadenza senza possibilità di ritorno. Ma essendo l’Italia il Paese delle eccezioni non è fortunatamente del tutto vera quest’ultima ipotesi.

Nonostante non manchino i furbetti nel Bel Paese è però innegabile che la maggior parte degli Italiani sia composta da persone serie, laboriose, piene d’inventiva, è vero non troppo colte ma molto curiose.

Credo di poter affermare senza timore di smentita che la classe politica italiana, avvizzita e logorata dal potere, non sia rappresentativa dell’italianità, e che non sia più tollerabile che tali individui si facciano beffa dei principi fondanti della Repubblica Italiana basata sulla democrazia rappresentativa.

Scusate ma chi dovrebbero rappresentare i nostri parlamentari che percepiscono mensilmente 5000 € per la retribuzione dei propri collaboratori (i portaborse) e che pagano costoro 500 € al mese? Chi dovrebbero rappresentare i nostri parlamentari che in due anni hanno ritoccato in alto il proprio stipendio per ben 2 volte raggiungendo una retribuzione mensile complessiva lorda di 20000 € (la più alta della UE)?

La risposta è semplice, rappresentano solo se stessi. Non c’è più alcun legame tra i bisogni del popolo e i suoi rappresentanti, il patto che vincola indissolubilmente il popolo SOVRANO ai sui delegati eletti è in via di disfacimento.

Bene, fatta l’analisi del danno è possibile trovare la giusta cura, e la cura riguarda tutti noi. Per migliorare le cose ci vuole impegno e sacrificio, dire “le cose non vanno” rimanendo spettatori passivi, sdraiati sul divano di casa con una birra in mano non aiuta nessuno. A prescindere dalle proprie idee politiche è necessario occuparsi attivamente dei temi “caldi” di una nazione, è necessario partecipare a riunioni, discussioni, manifestazione e proporre alternative credibili.

È necessario occuparsi attivamente di politica e ove opportuno divenire parte del sistema facendo politica. Lo Stato siamo noi, lamentarsi senza essere propositivi è del tutto inutile. Le cose possono essere migliorate solamente prendendo coscienza del ruolo che ogni cittadino ha o dovrebbe avere e dedicando parte del proprio tempo al bene comune.  

Se non siamo disposti ad impegnarci seriamente per migliorare la situazione allora ci meritiamo effettivamente ciò che abbiamo. 


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