Cirò e la tragicomica devozione alla ‘santa’ ignoranza

par Maria Francesca Carnea
mercoledì 28 maggio 2025

Rendo partecipi di una 'rettifica', a firma comune di Cirò, ‘o chi per lui’, scritta in questi giorni, e a margine di un mio articolo, pubblicato su Meraviglie di Calabria, già dal 2023, che allego. La ‘rettifica’ -e invito a leggere- ambisce trattare arrampicata scivolosa, che non scalfisce minimamente tema. È solo un agire che persiste ossessionato, che tenta di imbavagliare onestà intellettuale, e avversare concittadina, quando la verità storica è acclarata, inoltre, da numerosi studiosi contemporanei, e che sul mio stesso Libro, S. Nicodemo da Sikròs, riporto.

 

Che dire, sono lusingata: si stima o teme solo la mia professionalità. Grazie! Ma è anche ora di smetterla con tanta ridicola e sordida vicenda.

Naturalmente il PAESE CIRÒ è altra cosa, della mia terra ho rispetto. Non ho alcun rispetto per chi la tradisce, agisce in modo indegno operando ripetuti tentativi di tacitarmi, e nuocendo allo stesso territorio. Non è un ente privato Cirò, è un Ente Pubblico. Essere a servizio della verità, della legalità è principio base di ogni Ente Pubblico che ha, inoltre, l’obbligo morale di contrastare ogni forma di discriminazione, curare l’armonia della comunità, interagire con lealtà, non alimentare divisioni, Servire. Sembra, però, che a Cirò l’ente abbia smarrito tale natura, credendosi 'privato', invertendo le regole e, con riprovevole agire e manipolazione della comunicazione asservita, cerca ciò che non può avere. Il bene di un territorio non si ottiene con la prepotenza, tentando di screditare concittadina. Non è tollerabile la volgarità del persistente agito, tanto più se si cerca di imporre una autarchia fuori controllo ad avallo di paganesimo, creduloneria e di altro che lascio immaginare. Va da sé che di questioni di Storia in genere, ancor più afferenti alla Storia della Chiesa, non ne dispone certo un comune ‘o chi per lui’. Occorre avere chiaro che, come insegna Papa Leone XIV: "Non si tratta di catturare gli altri con la sopraffazione, con la propaganda religiosa o con i mezzi del potere".

Vengo, quindi, a Istruirti comune di Cirò ‘o chi per lui’: ti devi vergognare, e per aver ordito pagina davvero squallida per la storia del paese. Con te si devono vergognare quanti hanno assecondato e assecondano un agire ossessionato, disonesto e ruotano ipocritamente a supporto. La cultura risponde alla cultura non ad altro! Sembra, però, che tu non abbia ‘altro’ interesse, ‘altro’ da fare che sostenere ossessione legata a ‘personaggi’, nel caso s. Nicodemo che non è nato, né mai venuto a Cirò, al fine di rendere esistente un cammino verso una fontana a lui attribuita nella fantasia, frutto di pura idiozia, tarocco a uso privato, Totò seppe vendere meglio la fontana di Trevi.

Eppure di cose da fare sul territorio ce ne sarebbero: prima cosa studiare! Indi, imparare ad essere civili, rispettando le persone che non si fanno manipolare. È alle porte, inoltre, un’estate con aspettative, e a breve si svolgerà un evento, Merano WineFestival, i signori ‘politici’ della Regione Calabria che promuove iniziativa, l’assessore G. Gallo, il Presidente della provincia di Crotone S. Ferrari ci tengono, come i vignaioli consorziati sperano in una evoluzione dal sistema per promuovere il Vino Cirò; per non parlare delle persistenti attese di progetti per il Paese Cirò che vive nel più assoluto immobilismo. Da fare ce ne sarebbe, se si cercasse il bene comune del territorio, ma si persevera, come senso unico, in un indegno agire la cui indecenza una Politica sana non l’avrebbe mai permessa, indecenza disonesta, senza senso e nel paradosso di asservire un’ossessione tarocco! Ti devi vergognare! Con arroganza e ignoranza scegli strade miserabili per cercare di sporcare competenze, e in un territorio che, invece, ha bisogno di risorse capaci, di ‘segnarsi’ con sano agire morale, legale, ha bisogno di fatti, di servizi. Vergognati perché firmando comune di Cirò ‘o chi per lui’, del privilegio di farsi servitore del Bene Comune, non ne manifesti nessuna capacità.

La pietra, che è stata scartata da voi, è diventata la pietra d’angolo” (At 4,11), correggendo sempre più storia e metodo a Cirò. Nel mio stesso Paese, ho la dignità di non essere ipocrita, quindi non essere del ‘sistema’ la cui ambizione è silenziare; di aver fatto il mio dovere con onestà intellettuale, cioè effettuare ‘su richiesta’ ricerca storica sul Santo Patrono e avere determinato cambiamento della storia di Cirò, come progressivamente aver posto questioni sul riformatore del calendario Gregoriano, Luigi Lilio, evidenziando sua carente tesi natale a Cirò, sollecitando ad approfondirne studio, poiché ad oggi permane un mistero la sua origine, vita, morte; di non essere allineata alla menzogna, all’ingiustizia e così scoperchiato situazioni sgradevoli; di non essermi fatta imbavagliare dai diversi tentativi insani a mio danno concepiti; di avversare una comunicazione manipolata, serva dell’ignoranza; di continuare a dare lustro alla verità, con cognizione di causa, credendo fermamente che solo la Cultura opera innovazione. Soprattutto ho rimandato a mittenti ogni malversazione, poiché la mia fortezza nella fede e coraggio della verità, mi porta a credere e rispettare il senso del Sacro, la Chiesa, le Istituzioni civili, il Paese Cirò, la mia dignità!

La Cultura sana, che è sensibilità, parla naturalmente la lingua dell’Istruzione, sa volare alto, non si lascia scalfire, rimane Distinta e Distante da ogni involuzione poiché, facendo memoria e ricordando GIOVANNI FALCONE, “Occorre compiere fino in fondo il proprio dovere, perché è in ciò che sta l’essenza della dignità umana”. Opporsi ai tentativi di inquinamento, di intimidazioni è un dovere morale. Mai tacere!

Al Paese CIRÒ -Ente Pubblico- territorio di cui sono figlia, auguro di ravvivare una autentica devozione per il santo Patrono Nicodemo, poiché la verità storica nulla osta al culto. È dalla tradizione dell’arroganza, sistema che semina il malsano agire, che occorre distanziarsi; è la tragicomica devozione alla ‘santa’ ignoranza che occorre disinnescare, per avere la speranza di un briciolo di futuro di cui non doversi vergognare.

Nell’odierno giorno della legalità, è bene ricordare l'inopportunità di agire disonesto poiché, con GIOVANNI FALCONE, "Gli uomini passano, le idee restano. Restano le loro tensioni morali e continueranno a camminare sulle gambe di altri uomini".

MARIA FRANCESCA CARNEA

Articolo in questione: Nicodemo, il monaco eremita che cambia la storia di Cirò

 


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