Cinquestelle: volano gli stracci

par Fabio Della Pergola
martedì 2 dicembre 2014

Militanti sbattono (finalmente) la porta: se Grillo è "stanchino" loro sembrano essere decisamente stufi. Eutanasia di un movimento dalle troppe ambiguità.

Questa volta a parlare di deriva antidemocratica non sono i soliti giornalisti prezzolati dal PdmenoElle (partito che, fra l’altro, grazie a manovre oscure, e forse politicamente ignobili, del suo rappresentante in seno al consiglio d’amministrazione, ha definitivamente affossato il quotidiano fondato da Gramsci, cioè il suo stesso organo di stampa).

Questa volta non sono i pennivendoli da esporre alla gogna mediatica sul remunerativo blog del “megafono”. No, questa volta sono gli stessi militanti a Cinquestelle a dichiarare che il movimento è in preda a una “deriva autoritaria e antidemocratica”.

La ribellione parte da Reggello, sulle colline al di là del fiume tra gli alberi, proprio di fronte ad un altro paesino toscano, Rignano, salito agli onori delle cronache perché culla e patria dell’attuale Caro Leader in camicia bianca, Matteo Renzi detto i'bomba (cioè il cacciaballe).

Ed è una ribellione che segna il passaggio del Rubicone per gli attivisti pentastellati tanto attivi fino a ieri a svillaneggiare chi osava criticare le scelte autoritarie del Capo. Oggi scrivono esattamente le stesse cose: “Denunciamo con forte determinazione il metodo autoritario che, in modo unilaterale, il vertice del M5S adotta per prendere le decisioni importanti quali, ad esempio, l’espulsione dei parlamentari e la formazione del cosiddetto “direttorio”, il tutto in palese violazione del principio secondo il quale il movimento è uno strumento in mano ai cittadini”.

Cioè non era vero, come sapevamo tutti, che “uno vale uno”. Non era vero che “la democrazia parte dal basso”. Né che Grillo e Casaleggio erano solo dei “portavoce”.

E se è vero che molti erano stati espulsi perché violavano le regole che il movimento si era dato, è altrettanto vero che quelle stesse “regole condivise sono state di fatto sovvertite dalla volontà di quei pochi che si sono impropriamente arrogati il potere di decidere per tutti”.

Ergo dovrebbero essere espulsi loro, “quei pochi”; ma non è quel che accade. Gli espulsi sono sempre quelli che hanno manifestato qualche titubanza nell’adesione talebana ai diktat di quella organizzazione privata, impenetrabile e indiscutibile che dà conto delle votazioni senza mai dare conto della trasparenza dei conteggi delle votazioni stesse: la Casaleggio & associati, gestita dal Padre e dal Figlio in combutta con il Santo Spirito di Genova. Bel trio da delirante cerchio magico.

Ora, meglio tardi che mai, i grillini di Reggello danno segno di rinsavimento; pare seguiti da quelli del vicino Valdarno. E, speriamo, da altri toscani meno irregimentati in un partitino che di democratico aveva solo, e da subito, una fragile apparenza, ma nessuna sostanza.

Dispiace dirlo, in fondo, perché è credibile che al movimento abbia aderito con entusiasmo un bel po’ di gente in perfetta buona fede, dall’anima - oltre che dalle mani - pulita. E capace di sollevare problematiche vere, parlando di temi sensibili, con tutta l’ingenuità che era la sua forza, ma anche la sua terribile debolezza. Una debolezza che poteva consegnare un’intera generazione di forze politiche fresche e non alterate dai mille compromessi che la politica, ahimè, troppo spesso impone, ad un duopolio che di trasparente e fresco non aveva proprio niente.

Le derive autoritarie che oggi i militanti stessi denunciano, gestite e volute dall’alto, non sono l’impazzimento improvviso dell’ultima tornata di settimane, ma sono il frutto ultimo del vero cuore nero, oscuro, del cuore di tenebra che pulsava nell’ombra del movimento; quel cuore nero (e il colore non è nominato invano) che abbiamo cercato di denunciare tante volte.

Quindi ben vengano le dimissioni dal movimento; che saranno sicuramente dolorose per tutti quelli che ci avevano creduto davvero. Ma, se avranno la forza e sufficiente entusiasmo per reggere l’urto e il lutto, può darsi che si aprano spiragli di nuove possibilità.

Se non altro per quei tanti, tantissimi, che sentono di non avere più alcuna rappresentanza politica in questo paese. Auguri.

 


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