Cina, è già recessione?

par chenying
sabato 31 gennaio 2009

Dopo il Giappone, anche la Cina. Secondo Nouriel Roubini - riconosciuto guru dell’economia internazionale, l’uomo che diede notizia della crisi globale con un anno di anticipo - il rallentamento dell’economia cinese nell’ultimo trimestre del 2008 è da leggersi in termini ancora più negativi.

Gli economisti di scuola anglosassone parlano di recessione quando il Prodotto interno lordo reale diminuisce per almeno due trimestri consecutivi.

Così - dato che nel terzo trimestre 2008 la crescita era del 9% - il 6,8%year on year” del periodo ottobre-dicembre andrebbe considerato “crescita zero“, o addirittura negativa, se si utilizzasse questo metodo più realistico.

E allora se il trend proseguisse nel primo trimestre 2009 potremmo sancire la recessione.

Altri dati rafforzano le previsioni pessimistiche: la produzione di energia elettrica è calata del 7,9% su base annua, mentre il Purchasing Managers’ Index (PMI) - cioè l’insieme di indici che calcolano la performance mensile di un Paese - è stato inferiore a 50 e vicino a 40 per cinque mesi di seguito (se il PMI è superiore a 50 il settore manifatturiero è in espansione, se è inferiore c’è invece una contrazione).

Dato che il 40% del Pil cinese è prodotto dall’industria manifatturiera, l’indubbia fase negativa che sta vivendo quest’ultima può tramutarsi in recessione per tutta l’economia, nonostante le dichiarazioni, rilasciate a Davos dal premier Wen Jiabao, sulla solidità del sistema finanziario del Dragone.


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