Ciccio Merolla e il suo album: racconti in dialetto di camorra, strada e dignità

par Angela Iantosca
venerdì 21 ottobre 2011

Dopo il successo del brano anti-camorra "Fratammè" (dal quale prende il nome l'album), Ciccio Merolla ha realizzato il video di "O'Pitbull", proiettato alla 68esima Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia.

Le sue sono storie di popoli, razze, viaggi, speranze e disincanti, di uomini di questo tempo alla ricerca di una felicità conquistata spesso a caro prezzo: la dignitàRapper e percussionista partenopeo, ha da poco pubblicato il suo ultimo album “Fratammè”, uno dei più importanti dischi dialettali dell’anno.

Le sonorità del sud del mondo, viscerali e profonde come l’incessante percuotere delle mani nude sul tamburo, fanno da sfondo a storie di strada, quella stessa strada che t’insegna a vivere, ma purtroppo anche a morire.

Musicista dal grande carisma e dal talento indiscutibile, hai cominciato la tua avventura in musica da giovanissimo: a sette anni suonavi già le percussioni per i vicoli di Napoli. In che quartiere di Napoli sei cresciuto?

“Sono cresciuto nei Quartieri Spagnoli, il cuore di Napoli”.

Cosa è Napoli per te?

“Vorrei dire che è la più bella città del mondo, ma non amo portare bandiere, dico solo che è la mia città natale, anche perché mi sento cittadino del mondo”.

Cosa ha rappresentato la musica nella tua vita?

“Quando ero piccolo, c’erano in alcune zone di Napoli, come Piazza del Plebiscito, Piazza Municipio, gli universitari, “i capelloni” che si riunivano e ascoltavano musica, e spesso avevano con loro chitarre e bongo. Quando mi vedevano insieme ai miei amici, avevano sempre un po’ di timore, perché eravamo scugnizzi. Un giorno chiesi ad uno di loro se potevo suonare per qualche minuto il bongo: appena mi ascoltarono rimasero stupiti. Da quel giorno mi accolsero con grande calore. Fu allora che capii che la musica poteva essere il mio passaporto per comunicare con tutti”.

Cosa ti fa male di ciò che senti dire sulla tua città da parte di chi Napoli non la conosce?

“E’ da quando sono nato che Napoli fa da parafulmine a tutte le disgrazie e gli imbrogli dell’Italia intera. Purtroppo le è stata appiccicata quest’etichetta, ma non è vero tutto quello che dicono: è solo che ci troviamo in un’epoca di grande superficialità, che poi si trasforma in crimini, azioni illegali, mal costume, ma non è una cosa che riguarda solo Napoli, purtroppo la mia città non ha voce in capitolo per potersi difendere".

Quali speranze per il futuro?

“Se ti riferisci al futuro della mia città ho delle speranze che stanno per diventare certezze: la coscienza della gente sta iniziando a farsi sentire, i napoletani hanno capito che non possono aspettarsi niente da qualcun altro se non loro stessi. Spero in questo continuo auto - miglioramento e mi impegno a dare il mio contributo massiccio e costante”.

Cosa era per te la camorra da bambino? Cosa è oggi?

“Da bambino era la prepotenza, la legge del più forte; oggi mi rendo conto che è diventato un luogo comune, come se fosse un uomo invisibile a cui poter dare tutte le colpe, ma in realtà ognuno dovrebbe guardarsi dentro, perché di tutto quello che succede siamo tutti vittime e carnefici”.

La strada sempre e solo cattiva maestra?

“Qualsiasi cosa ha degli aspetti positivi e degli aspetti negativi. Dice Nichiren Daishonin, maestro buddista del 1200: "non esistono terre impure, dipende tutto dalla purezza della nostra mente”.

La musica che si fa terapia: quando è cominciata questa avventura?

“La musica è nata per alleviare il cuore, poi come dicevamo prima in questo mondo di capitalismo e di superficialità, tutto diventa fonte di denaro, qualsiasi cosa, anche l’arte, e la cosa più grave è che gli artisti per diventare famosi si piegano a questo commercio, producendo “schifezze” musicali. Ma la realtà è che la musica e l’arte in generale dovrebbe partire e arrivare dal cuore all’universo e viceversa, come dice il grande Picasso: "l’arte è la più grande bugia che ci fa arrivare alla verità”.

Cosa vuoi dire ai giovani?

“Ai giovani voglio dire che hanno in mano il futuro di questo Paese, delle epoche a venire, devono avere consapevolezza di questo e volgere tutto al bene”.

Cosa vorresti per la tua città?

“Più cultura, più attenzione da parte dei professori a scuola nei confronti dei ragazzi a rischio, più senso di missione, più amore per la propria terra”.

Prossimi appuntamenti musicali?

“Il 12 ottobre si è chiuso il tour estivo, in inverno faremo sicuramente una serie di club in Europa, ovviamente tutto pubblicato istantaneamente sulla mia pagina facebook e myspace”.


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