Cicchitto: finanza "straordinaria" e condono per abbattere il debito
par Neolandia
venerdì 14 ottobre 2011
“Per l'abbattimento del debito servirà ricorrere a forme di finanza straordinaria in cui il Governo dovrà mettere in agenda una patrimoniale morbida, la riforma pensionistica, un piano di dismissioni e se questo non basta, anche un condono edilizio e un condono fiscale. Non credo che l'etica si misuri sul condono”. Lo dice Fabrizio Cicchitto, a Saint-Vincent.
Queste affermazioni stanno a dimostrare (Cicchitto è il capogruppo alla Camera del Pdl) che la situazione economica in Italia è e rimane grave, nonostante le manovre assunte già a luglio e ad agosto di quest’anno, a tacer di quelle dell’anno passato. I totali delle manovre approvate appena poche settimane fa avevano di mira il pareggio di bilancio e dunque si "limitavano" a 40-50 miliardi di euro.
Da qualche giorno si sussurra e si legge tra le righe che il Governo e dunque il Parlamento avranno a che fare prima, piuttosto che poi, con cifre diverse e ben più consistenti. Si parla di cifre intorno ai 400-500 miliardi di euro, perché sarebbe venuto a maturazione il dicktat, ovvero, la decisione della Banca centrale europea di attaccare il debito complessivo, storico, che, come si sa, ammonta in Italia ad oltre 1.900 miliardi di euro.
I desideri dei banchieri europei vanno esauditi ed allora (sottovoce) si comincia da parte dei vertici politici a immaginare scelte ben più imponenti di quelle fin ora assunte. Tempi duri si prospettano, perché se milioni di italiani stanno già significativamente stringendo la cinghia, le ulteriori restrizioni di servizi sociali, gli ulteriori esborsi in termini di tasse o di patrimoniali, produrranno sofferenze individuali e collettive tali da determinare crolli economici a catena.
Cicchitto, insieme ad altri esponenti politici, parlano anche di condoni e dice che in momenti come questi non c’è spazio per parlare di etica. Ma qui non si tratta di etica, che può riguardare i ben pensanti pantofolai, qui si tratta comunque di soldi.
Come la storia fiscale degli ultimi anni insegna, in questo Paese il condono diventa un premio per chi, primo, ha alti redditi e secondo ha evaso in maniera significativa. Chi ha evaso molto ma ha la Ferrari o, per dire, la casa a Montecarlo paga felicemente le cifre richiesta a sanatoria, perché il conto finale è comunque favorevole per lui.
Il problema invece è per i tanti che, soggetti come sempre alle minacce di ulteriori accertamenti e sanzioni, sono costretti a pagare il condono anche se non hanno avuto redditi significativi o non hanno potuto evadere. Queste due ultime condizioni spesso vanno insieme e quando si presenta il condono come minaccia e non come opportunità, i contribuenti, imprese o lavoratori autonomi che già arrancano di questi tempi sono soggetti ob torto collo a pagare l’ulteriore gabella. Si dice a Napoli :"cornuti e mazziati".
Quale morale trarre da tutto quanto? Vengono in mente immagini in bianco e nero, quelle precisamente di Totò. La scelta è ampia: “I tartassati”, dove il contribuente Totò gioca a fare il furbo nei confronti del maresciallo della Finanza Aldo Fabrizi.
Meglio ancora è il titolo di un altro film dell’indimenticabile comico: “Guardie e ladri”, dove bene si mette in evidenza la distanza tra la realtà e la norma, tra il rispetto formale della legge e la dura vita del cittadino qualunque. Quel clima di diffidenza reciproca tra Stato e cittadino è ancora presente e chi può, come Totò affermava, “si arrangia”. Questa è la natura del rapporto in Italia tra Autorità ed individuo: furbizia contro prevaricazione.
Ancora una volta il Principe della risata, insieme ad altri indimenticabili interpreti del cinema, spiega bene come vanno le cose in Italia. Conviene adeguarsi.