Ci rubano il diritto alla salute

par Camillo Pignata
mercoledì 28 novembre 2012

Ieri mattina il Presidente del consiglio ha prospettato la insostenibilità economica del servizio sanitario e quindi la necessità di nuove forme di finanziamento. Un modo come un altro per annunciare o nuove tasse, o nuove forme di privatizzazione della sanità. E’ venuta poi la solita precisazione. Monti ha solo voluto “attirare l’attenzione sulle sfide cui devono far fronte i sistemi sanitari”. Le garanzie di sostenibilità del sistema sanitario, non vengono meno. Le soluzioni vanno ricercate in una diversa organizzazione più efficiente, più inclusiva e più partecipata degli operatori del settore.

Aria fritta, parole e parole, ma i fatti hanno la testa dura e i fatti sono questi: la spesa sanitaria per il cittadino è inferiore del 40% rispetto ai nostri partner europei, i tagli della sanità italiana, sono stati più pesanti dei tagli della sanità della Grecia e dell’Irlanda. Eppure Monti annuncia il rischio di default del servizio sanitario nazionale e terrorizza i cittadini.

E’ ciò mentre nessuna razionalizzazione delle spese sanitarie, nessun taglio alle spese militari, nessun taglio al finanziamento della scuola privata è stato effettuato e le spese per la politica sono ancora pesanti, i privilegi dei farmacisti e dei notai ancora in vita. La sanità affonda ma noi continuiamo a comprare sottomarini, a sostenere i vitalizi per i politici, a finanziare la Bocconi, a mantenere in vita gli sprechi del comparto. La sanità affonda, ma i prezzi delle apparecchiature sanitarie continuano a ad essere a macchia di leopardo. Una siringa in qualche ospedale del sud costa dieci volte in più di quello che costa a Ferrara. La prevenzione, che significa risparmio, è ancora lettera morta.

Mentre questi problemi restano senza una risposta, il professore prospetta come soluzione per il rilancio del comparto, la sanità a pagamento, che è una soluzione per le imprese private sanitarie ma non per i cittadini. Il ministro della Sanità Balduzzi, da parte sua propone di rivedere i sistemi di compartecipazione alla spesa sanitaria sulla base del reddito e ribadisce la necessita di forme di mutualità volontaria. Insomma, si mette in gioco non solo il destino della sanità pubblica ma la stessa concezione del diritto alla salute come uno e indivisibile .

Sarà ancora il silenzio la reazione della sinistra e del Presidente della Repubblica a questa provocazione? Il diritto alla salute non può essere declinato in base al censo. Non ci possono essere due sanità, una per i ricchi e una per i poveri. Questa la risposta che ci attendiamo, per la dignità nostra e della politica.

 


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