Ci risiamo

par Giorgio Bargna
sabato 14 agosto 2010

Eccoci, ci risiamo, ancora una volta, nella gloriosa storia della politica italiana degli ultimi decenni, assisteremo ad una conta sul filo di lana. Mi sono rifiutato in questi giorni di seguire accuratamente la vicenda, ma ho capito comunque che i finiani hanno, alla camera, il numero necessario per mettere in crisi l’esecutivo: dunque assisteremo ancora una volta ad una conta dei voti “drammatica”. Ancora, una volta anche chi soffrisse, tra i parlamentari, di una broncopolmonite o si trovasse in Tasmania dovrebbe correre al volo in Parlamento, se qualcuno tra loro in quei giorni si fratturasse un arto inferiore verrebbe trasportato al voto in barella… Ma questo non è nemmeno la cosa peggiore. Non è la cosa peggiore perché è vero che in una seria gestione della politica nazionale un premier in una simile situazione dovrebbe rassegnare le dimissioni (il suo partito si è spezzato, tradendo di fatto la volontà degli elettori e la promessa fatta a loro), ma è ancor più vero che in una simile situazione la minoranza (proprio in nome degli elettori) dovrebbe, veementemente, pretendere un nuovo turno elettorale…invece…

Invece ci ritroviamo col solito teatrino del “Governo Balneare” o di transizione, come viene definito in queste ore, giustificato da svariate cause, che nulla possono avere a che fare con un governo di transizione (una legge elettorale si modifica solo tramite un governo voluto dagli elettori) e che dovrebbe imbarcare di tutto e di più, gente che oggi nella politica nazionale rappresenta lo 0,001% rischia di divenire fondamentale. Ecco rispuntare dal nulla i Rutelli ed i Casini, ecco i Bossi che ritirano fuori, dal cilindro, milioni di elettori pronti alla difesa estrema…beh, buona fortuna italiani, presto avremo un nuovo governo balneare, l’ennesima modifica inutile alla legge elettorale e probabilmente qualche nuova tassa in più…se questo è il rispetto della volontà che avete espresso al momento del voto vi consiglio la prossima volta di pensarci bene prima di metterci la croce sopra.


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