Ci mancava solo la lista Tremonti. Ma chi lo vota?

par dAW
mercoledì 5 settembre 2012

Ci mancava solo la lista Tremonti. Ora possiamo dire di averle viste proprio tutte. Prepara un manifesto, un grande manifesto, che sarebbe – dice lui – “ormai in stato avanzato”. Si apre ai giovani, come un Papa buono. Vuole fare politica, ma “non dentro i partiti vecchi, non con i giornali di armata morta, non con le marionette di se stessi”. E, quel che è peggio, userà come bandiera versi dell’Inno di Mameli. Sì, proprio lui, il leghista mancato frequentatore di Lorenzago e dei meeting verde padano. Ironizza su tutti, come al solito. Angela Merkel – dice – è diventata tremontiana. Suggerisce la “separazione bancaria”, il “blocco dei derivati”.

Insomma, una ricetta per salvare l’Italia proposta dall’uomo che è stato il principale responsabile dei disastri del centrodestra al governo del paese. L’uomo che fa il liberale quando è all’opposizione e il socialista quando è ministro. L’uomo dei tagli lineari, dei no, delle sconfitte, dei disastri e delle proteste di piazza. L’uomo che prometteva di tagliare le tasse, con i suoi grafici e le illustrazioni al Tg1. Insomma, il ministro dei miracoli.

La storia (ma anche la cronaca) ha poi dimostrato che Giulietto è stato tutto, tranne che l’uomo dei miracoli, anzi. Probabilmente ha rappresentato la causa prima della fine di Berlusconi e del berlusconismo, con le sue promesse mancate e il suo caratteraccio, indisponibile a ogni compromesso e negoziato. L’ultimo uomo sulla Terra che possa pensare di fare politica. Ma in Italia, lo abbiamo detto tante volte, tutto è davvero possibile.

L’unico interrogativo che ci rimane, ora, è sapere chi potrà mai votare una lista Tremonti. Ma forse la risposta c’è già: lui.

De Il senatore


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