Ci fanno o ci sono?

par Cesarezac
domenica 7 ottobre 2018

Celebrati economisti, politici di varia collocazione, grandi firme dei mezzi di informazione, della carta stampata in via di scomparsa dalle edicole e televisione. I cosiddetti “mass media”, peraltro pronunciati erroneamente “midia” come se il termine fosse inglese e non latino, espongono la loro interpretazione sulla situazione economica del nostro disastrato Paese e la loro ricetta per farlo uscire dalla drammatica crisi nella quale si dibatte, dimostrando di non avere le idee chiare e di conseguenza creando grande confusione e alimentando la diffusa e non ingiustificata antipolitica.

Facciamo chiarezza; l'Italia si presenta con il più elevato debito pubblico, con il PIL, prodotto interno lordo, cioè quanto il paese produce, più basso, con il più alto tasso di disoccupazione,con la maggiore percentuale di indigenti, con la popolazione più ignorante, meno acculturata, con la pressione fiscale seconda solo alla Svezia ma non a fronte dei servizi forniti da quel paese ai suoi cittadini. Insomma, con la collezione dei peggiori record della UE.

L'economia di ogni paese che non gode di pozzi di petrolio si basa sul lavoro , sulla prosperità delle imprese che creano lavoro. Dal lavoro si traggono i mezzi di sostentamento di ognuno e si pagano le tasse necessarie allo Stato per erogare i pubblici servizi.

L'art. 1 della nostra Costituzione testualmente recita: L'Italia è una Repubblica democratica. fondata sul lavoro.

Ebbene, non c'è paese che ostacoli il lavoro più dell'Italia. Abbiamo detto della pressione fiscale. Un fisco che pretende dalle imprese più del reddito netto, uccide il lavoro, costringe le imprese al fallimento, alla delocalizzazione, alla fuga all'estero, e spesso al suicidio di titolari di imprese e lavoratori.

Alla pressione fiscale insostenibile, dobbiamo aggiungere i costi e i tempi della burocrazia, la inadeguatezza e il costo dei servizi, la spesa dell'energia. Uno scellerato referendum costrinse il paese all'abbandono delle centrali nucleari per la produzione di energia elettrica dopo averle costruite e non utilizzate. Unico paese in un'Europa, dove le centrali nucleari sono ben 186!

Oggi il mondo si muove e produce grazie all'energia elettrica. Nessuna impresa può competere con i concorrenti se deve sopportare un divario del costo dell'energia all'incirca del 35 per cento. E' per questo che abbiamo condannato a morte una serie di gloriosi marchi dell'automobile che tutto il mondo ci invidiava: Alfa Romeo, Lancia, Maserati, Lamborghini, Fiat. FCA non è italiana e rappresenta marchi di case automobilistiche in realtà scomparse da tempo.

La FLAT TAX può essere l'ultima chance per tentare di salvare il salvabile. Chi si oppone, la dipinge come un regalo ai ricchi. Punta sul sentimento diffusissimo dell'invidia, dell'odio verso i ricchi. In realtà i cattivi politici non vogliono privarsi della possibilità di tosare i contribuenti senza ritegno. Programmano l'oggi, il domani non li interessa.

La FLAT TAX facendo ripartire il lavoro, concedendo fiducia agli imprenditori si finanzia da sé. La Flat Tax non è un regalo ai ricchi, fa uscire milioni di cittadini dalla spirale della povertà, da disoccupati a lavoratori.

Chi lavora, chi produce, paga le tasse e finanzia lo Stato. Ma il governo deve essere credibile se vuole attrarre capitali e imprese che finora ha espulso dal Paese.


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