Chiesa e politici cattolici insieme a Roma per un nuovo partito cristiano

par Gabriele Leotta
venerdì 15 luglio 2011

Ieri una conferenza con Pisanu, Buttiglione, Fioroni e Paola Binetti, insieme a Bonanni e a esponenti della Chiesa. Hanno parlato di cosa è stato, fino a oggi, l’impegno dei cattolici in politica, e soprattutto di cosa dovrebbe essere d’ora in avanti: un percorso (un partito?) fondato sui valori cristiani, ma non clericale. Affinché solidarietà, onestà e giustizia rimpiazzino le furberie e l’arrivismo di questa classe dirigente.

Si tratta del meeting “Cattolici in Italia e in Europa: diaspora, unità e profezia”, tenutosi a Roma, al Palazzo della Cooperazione in Via Torino, che ha visto riunirsi alcuni esponenti del Parlamento, dell’associazionismo romano e del clero, tutti accomunati dalla fede cristiana o, quantomeno, dall’appartenenza a quel ramo culturale che in essa identifica, di là dagli aspetti trascendentali e attinenti al credo religioso, una base solida di valori universalmente positivi.

I relatori e gli intervenuti all’incontro si sono riuniti per farsi una domanda fondamentale: è possibile dar vita a una nuova generazione di politici (e di politica), che dalle divisioni si diriga verso la coesione, fondata sul riconoscimento comune di un programma ispirato a valori positivi per l’Uomo come quelli proposti dal pensiero cristiano? Come tradurre, cioè, in programma politico la Dottrina Sociale della Chiesa?

Monsignor Toso, intervenuto per primo, ha voluto sottolineare che riflettere sull’opportunità di una eventuale costituzione di un movimento di ispirazione cristiana significa interpretare ed adattare il Compendio della Dottrina Sociale della Chiesa perché possa rappresentare un programma politico valido per il nostro Paese (laico), fondato appunto sui valori esplicitati in tale documento; non significa, quindi, fondare un partito costruito “dall’alto”, delle gerarchie ecclesiali né, s’intende, che abbia come programma politico la Bibbia.

Va sottolineato, perché spesso si considera l’impegno dei cattolici in politica come volto a introdurre vincoli e dogmi imposti da altri, forse limitandosi a considerare, talvolta in modo affrettato, l’aspetto dogmatico della religione e dimenticandone quello più importante – ossia la base di valori che essa porta con sé – trascurando di osservare che un politico che davvero mosso da sentimenti cristiani potrebbe in realtà portare notevoli benefici dove c’è decisamente bisogno di una rivoluzione morale.

Altri interventi hanno ricostruito il percorso della politica cattolica sin dall’azione svolta da don Luigi Sturzo, passando per il fallimento della Democrazia Cristiana che ne avrebbe dovuto incarnare i valori, arrivando dunque ai giorni nostri, in cui per molti politici cattolici appare più forte il fascino di una politica che dà potere e che è arena di scontri e denigrazioni reciproche rispetto al richiamo ai valori positivi che la propria fede dovrebbe generare.

È stata significativa la presenza di così tante personalità di spicco, del mondo ecclesiale (tra cui il già citato Monsignor Toso) e di quello politico, con gli onorevoli Buttiglione e Fioroni e i Senatori Pisanu e Binetti, nonché Raffaele Bonanni, segretario della CISL.

La presenza dei rappresentanti di forze politiche anche diametralmente opposte nell’attuale scenario politico (Fioroni milita nel PD, Pisanu nel PDL) è stata un segnale positivo, perché ha dimostrato una diffusa e, almeno apparente, volontà concreta, da parte dei politici ispirati dai valori della cristianità, di costruire un sentiero comune e realmente nuovo, poiché base di una Nuova Repubblica.

Perché, a dispetto dello scetticismo che in maniera non del tutto sbagliata alcuni hanno nei confronti dell’impegno in politica dei cattolici, fondare una nuova stagione politica non sull’autorità della Chiesa Cattolica ma sui valori positivi del pensiero cristiano – come la solidarietà e la giustizia, riconosciuti anche da moltissimi non credenti – è senz’altro una delle vie (forse l’unica) che possono portare una reale rivoluzione culturale. Non solo nella politica.

Se ciò che la televisione di oggi ci somministra ci piace, se ci siamo abituati alla logica del male minore in politica, vuol dire che nel nostro Paese di lavoro ce n’è tanto da fare. E un lavoro di questo tipo può essere compiuto solo congiuntamente, e la convergenza può esserci solo su un impianto di valori positivi e comunemente riconosciuti da una vastità di personalità, sia dell’attuale panorama politico, sia dei più giovani che si affacciano alla politica in questi anni.

La Dottrina Sociale della Chiesa rappresenta un insieme di valori condivisibili da tutti gli uomini di buona volontà che considerano l’Uomo come un essere chiamato alla virtù, che si concretizza nella solidarietà, nel servizio al prossimo, nella vera fratellanza. Tutto l’opposto di “valori” quali l’arrivismo, la furbizia, la prevaricazione, l’indifferenza, l’egoismo, che sembrano essere invece le certezze del mondo in cui viviamo oggi.

Potrebbe sembrare la lezione del catechismo e invece, se ci si riflette, si scoprirà che il malessere che viviamo diffusamente oggi nei confronti della nostra politica e di alcuni aspetti del nostro Paese deriva proprio dall’aver perso di vista alcuni valori di riferimento e di aver lasciato tutto, o quasi, al caso o, più correttamente, alla legge del più furbo.

Ora basta: abbandoniamo la logica del male minore e iniziamo a costruire un sentiero verso il Bene. Si può certamente fare. Ieri, forse, è stato compiuto il primo passo.

 

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