Chi vuole far cadere Berlusconi si troverà davanti un popolo a difenderlo

par mediolungo
martedì 16 giugno 2009

Poteri forti, burocrazie inefficienti e costose, casta di sindacalari e fannulloni, funzionari infedeli, banchieri prodiani, nemici interni e mediatici, tutto un mondo complotta nell’ombra contro Berlusconi.

Questa volta però a differenza di altre troveranno un grande popolo a difesa della sovranità popolare e del cambiamento... Niente copie sbiadite vogliamo tenerci l’originale!!!

L’aria intorno a Silvio Berlusconi si é fatta putrida, molti conservatori dello status quo tramano nell’ombra per ribaltare ciò che il popolo ha deciso col voto. Alcune figure scontente e presuntuose tramano invece dall’interno: c’è un mondo di poteri più meno forti allergico al cambiamento che cerca sponde eversive, sogna governi tecnici di mediazione, magari in mano a banchieri fallimentari. Non devono passare.

E non passerano perché si troveranno di fronte una forte e consapevole sovranità popolare: un popolo enorme che vuole che questo governo vada avanti e faccia le riforme che servono per liberalizzare e modernizzare questo paese.

C’è un grande popolo in Italia che ride delle fregole moralistiche di sacrestani della parrocchietta bianco-rossa: son riusciti a sollevare il mondo intero per tenere sulla graticola mediatica Berlusconi, allo scopo di impedirgli di perseguire gli obiettivi del governo.

Noi vogliamo il cambiamento, loro mantenere lo status quo.

Loro sono sempre meno numerosi ma non ancora in numero tale da non doversene più occupare, purtroppo: hanno avuto qualche salutare trauma ma non sono sconfitti anzi trovano i loro interessi ben curati dalla sinistra che li rappresenta .

A costoro in realtà non frega niente se Berlusconi balla con 40 ragazze a Capodanno o se porta Apicella in aereo, vorrebbero essere al suo posto ma fan finta di biasimarlo. Vogliono solo che caschi un governo che vuole togliere potere agli inefficienti, alle caste sindacali e fannullone che pesano come zavorre e frenano la crescita di un grande paese come l’Italia. Solo per questo si agitano e tiran su ’sto baillame. Per garantire futuro ai loro privilegi.

Il popolo delle libertà ride con disprezzo delle stronzate etico – gossipare da pruriginosi sepolcri imbiancati , da impotenti invidiosi . E’ un popolo adulto ed é libero e pretende di giudicare il proprio premier per le cose che fà per l’Italia, non per cosa combina sua moglie o come passa il suo tempo libero.

C’e’ questo popolo e dovete farci i conti: sempre più numeroso e consapevole, ha ben capito che Silvio è uno di noi e scherza, sbaglia, ride e cazzeggia come noi e come noi non filosofeggia serioso e buonista con affettate e buone maniere e distinguo da intellettualoide da strapazzo ma vuole modernizzare e semplificare anche la forma della politica. Vuole cambiare anche la forma del potere, per renderlo più vicino alla gente.

E per questo lo seguiamo come fosse uno di noi, perché Fassino e D’alema non sono dei nostri, non hanno mai lavorato e volevano comprare di nascosto banche loro amiche; perché la Bindi e la Melandri sono due carampane noiose e sfigate moraliste un tanto al peso, perdute nel loro grigiore e nella loro ipocrisia fan la guardia ai loro orticelli, non sono come le nostre donne e non lo saranno mai.

Lui sì che è in sintonia: potrebbe far altro, far affari con Murdoch invece che litigarci, pensare solo a divertirsi ed arricchirsi fuori dai riflettori. Oppure avere un profilo basso e non urtare i poteri che si suppone possano favorirlo nella corsa al Quirinale .

Invece no, lui non si ferma, mantiene un profilo alto e non sminuisce il proprio valore per una poltrona istituzionale né cambia il proprio modo di essere e comunicare; per cambiare l’Italia ha scelto l’amaro lusso di far politica veramente, di liberare e liberalizzare l’Italia, di avere molti nemici e molto onore, perché non dipende in alcun modo da quel mondo, può fregarsene ed essere sé stesso.

Altra cosa importante: chi trama sappia che noi non accetteremo copie sbiadite dell’originale , abbiamo votato lui e non altri.

Berlusconi non nasconde un doppione dietro di sé , sappiamo chi è e ci va bene così, gli altri son finti ed ipocriti e dagli interessi nascosti.

Sono decenni che una casta di burocrati inefficienti si pone da ostacolo ad ogni cambiamento per mantenere il proprio potere sulla pelle degli italiani.

Trovano sempre chi li rappresenta nel fare continui ribaltoni: dal Buttiglione ed il Bossi del 1994 al Follini ed al Casini del 2001-2005, dai sindacati cinghia di collegamento colla sinistra della inefficienza e dei lacci all’economia a Scalfaro , da Dini e dal Mastella di prima allo Scalfari di sempre, dai giudici “rivoluzionari” ai poteri forti delle banche Prodiane, da un tessuto intermedio di funzionari socialisti comunisti e democristiani nelle banche, nella comunicazione, negli enti pubblici, nell’apparato abnorme della P.A. che frenano perché vogliono conservare lo status quo dei loro privilegi e giù di lì fino all’impiegata che non lavora , tratta male gli ultimi della fila ed a metà mattina se ne va a far la spesa. E se la rimproveri si mette in maternità e ti fa la guerra che non la puoi più licenziare per tre anni e più finché non sgrava.

Occorre derattizzare gli anfratti della burocrazia nascosti fin dall’alba della repubblica intenti solo a rosicchiare e consumare i nostri soldi senza darci in cambio nulla se non la loro inefficienza.

In tutto questa tempesta mediatica in un bicchier d’acqua dove sono gli interessi degli italiani ?

In un analisi corretta del paese reale le cose appaiono diversamente da come son dipinte nei loro giornali od a RAI TRE .

Come ammetteva tempo fa qualcuno dei commentatori apocalittici di questo blog – tutti maniaci del film “The Day after” – ed anche un po’ porta sfiga per gli scenari che paventa le cose stanno più o meno così: l’Italia , causa la sua struttura economico finanziaria non è ancora all’osso con questa crisi e sta messa meglio di altri paesi, molti italiani hanno ancora della ciccia da spolpare prima di arrivare all’osso della situazione inglese o francese.

Verissimo. Non a caso non si vede l’ombra di una vera tensione sociale, le piazze si riempiono per gay pride e per la “difesa della costituzione” (sempre meno piene) ma non si vedono significativi esempi di rabbia sociale come un tempo o come oggi in altri paesi.

E comunque a star peggio non sono i 30 milioni di dipendenti e pensionati che hanno avuto aumenti al 3% annuo a fronte di inflazione minima e quindi stan ben lontani dalla povertà. 

Dice, colui che è forse il nostro miglior ministro, superBrunetta "La crisi sociale in Italia non c’è. Da noi non si sono sequestrati i manager come in Francia; non ci sono stati conflitti come in Gran Bretagna o in Spagna. In Italia non c’e’ tensione sociale, non la si palpa, non la si sente".

Brunetta invita a guardare ”ai numeri di questa crisi, al suo impatto reale”. Per il ministro ”la vera area di sofferenza” italiana è la crisi dei lavoratori autonomi: ”Per questo non ci sono tensioni sociali – spiega – perché i lavoratori autonomi sono più attrezzati ad affrontare il rischio e le vacche magre”. Brunetta dice di non sapere quanti siano ma nota che "non si vedono artigiani, commercianti o piccoli imprenditori in fila per un pasto alla Caritas”.

Aggiunge piuttosto che “E’ vero che la situazione è grave ma non gravissima solo per le 400.000 cassa integrazioni create dalla crisi, ma per questo occorre subito fare le riforme”.

“L’Italia deve sburocratizzarsi, semplificarsi, diventare piu’ trasparente e piu’ efficiente. Ci sono troppi lacci e lacciuoli che frenano l’Italia ma se noi riuscissimo con un’opera di semplificazione e liberalizzazione, privatizzazione e con un po’ di investimenti a far questo nei prossimi cento giorni, il nostro Paese potrebbe agganciare la ripresa internazionale tra i primi”.

Obiettivi prioritari dei prossimi cento giorni per il ministro sono: “la digitalizzazione della pubblica amministrazione, la semplificazione, la privatizzazione delle pubblic utilities che vuol dire far funzionare lo Stato e pagamenti da parte della P.A. ai creditori”.

Questo è il punto. Contro questo programma lottano certi poteri ed è per questo scopo che voglion far cadere Berlusconi .

In una fase delicata in cui i consumi devono ancora riprendere e però ci sono molti risparmi, occorre semplificare e rilanciare i cantieri, ridare fiducia al sistema, muovere il mercato interno, le risorse ci sono.

Sburocratizzare e semplificare, dappertutto.

Entro un anno la giustizia ordinaria e forse anche quella di secondo grado navigherà su Internet da Bolzano a Lampedusa. Lo hanno annunciato i ministri della Giustizia Angelino Alfano e della Pubblica amministrazione e l’Innovazione Renato Brunetta.

Attualmente per quanto riguarda le sperimentazioni in atto per la digitalizzazione dei tribunali Milano, neanche a dirlo, fa da apripista ma anche i tribunali di Roma (la sfida più grande) e la corte d’Appello di Venezia procedono speditamente con sperimentazioni.

Il 2010 “sarà l’anno della svolta per il sistema Giustizia italiano” ha affermato Brunetta. L’operazione è quasi a costo zero. Due milioni sono stati investiti finora dal ministero della Giustizia, ma “è il risparmio in termini economici e di efficienza” gli obiettivi cui puntano entrambi i ministri.

Gabbie salariali

"I lavoratori dei distretti industriali italiani sono i più bravi del mondo ed i meno pagati, c’è qualche cosa che non va bene, bisogna mettere a posto questa situazione che proprio non va. Mi applicherò a fondo per questo”, ha detto Bossi rivolgendosi ai militanti leghisti presenti a Pontida.

Bossi aveva già proposto nelle scorse settimane l’introduzione delle gabbie salariali con stipendi differenziati per il Nord dove il costo della vita è più alto.

Sacrosanto e speriamo che il boom leghista di qualche giorno fa dia la forza a Bossi per imporre questa soluzione .

Nel sud c’è un ammortizzatore sociale multiplo fatto da reti familiari, mercato nero enorme ed assistenza diretta ed indiretta dello stato (se non di altri apparati illeciti) che, unito al fatto che il costo della vita al nord è molto superiore, crea una obiettiva ingiustizia.

Perché una ingiustificata eguaglianza di retribuzioni in realtà vuol dire disuguaglianza, secondo le migliori interpretazioni dell’art. 3 comma 2 della costituzione.

La sinistra dell’oratorio intanto si crogiola nella speranza di un novello Dini 1995 ma stavolta rimarrà a bocca asciutta perché ora avrà contro un intero popolo consapevole che nel tempo ha metabolizzato il significato liberale dell’avvento di Silvio e non si farà intortare più.

Andiamo avanti, freghiamocene di chiacchiere e complotti e cambiamo l’Italia.


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