Chi parla solo delle sue veline dimentica la vera anima nera di Berlusconi

par rosellina
giovedì 2 luglio 2009

Non se ne può più di queste storie delle veline del vecchio.

Mi pare che in questo momento l’Italia é divisa fra chi lo attacca sulla etica pubblica (l’ho fatto anch’io ma mo’ basta) e chi lo difende con sempre meno dignità.

Mettiamoci in testa che la bestialità del pagliaccio di Arcore non è solo né tanto nei suoi atteggiamenti e comportamenti da satrapo sopra la legge quando ha a che fare con il parlamento, con la giustizia, con i giornalisti o con altri poteri che sono in grado almeno fino ad ora di reagire e contrattaccare.

Mettiamoci in testa che le contraddizioni sono altre .

Ci sono milioni di persone che non si possono difendere e che nessuno rappresenta con forza.

Tantissimi co.co.co. e co.co.pro col contratto scaduto e non rinnovato con figli a carico e duecento euro l’anno di indennità; cassa integrati in deroga ed in scadenza con prospettive lugubri di far la fame, altro che vacanze.

Disoccupati che al sud neanche si iscrivono più al collocamento e spesso conoscono una sola agenzia lavorativa, la mafia.

Gente schiacciata dalla crisi e da Berlusconi che si è stancata di leggere storie di gossip e vorrebbe leggere la propria di storia.

Gente che per qualche segreto mistero della storia non si è ancora incazzata come si deve, organizzandosi, ma è ripiegata in sé stessa e nei propri drammi.

Decenni di malcostume televisivo, sottocultura di regime ed assenza colpevole della sinistra ne ha minato le speranze e la convinzione, ne ha cambiato il dna combattivo, trasformandolo in quello di tristi telespettatori della vita che sognano enalotto e figlie veline.

Questa è la vera anima nera, la sua odiosa anima nera che entra ancor di più in gioco nel concreto assetto di interessi ecomomici che finisce per garantire e proteggere con la sua politica economica e finanziaria.

Spesso ci perdiamo nelle gustose e ridicole avventure di chi governa e perdiamo di vista alcuni fondamentali .

Partiamo dalla bugia più evidente ma che lui ripete sempre più spesso , quella sul fatto di “non mettere le mani nelle tasche degli italiani”.

Domandina facile facile

Quanto costano la corruzione e l’evasione fiscale in Italia?

Secondo Furio Pasqualucci, Procuratore generale presso la Corte dei Conti (www.corteconti.it) la corruzione nella pubblica amministrazione italiana ha un impatto economico sullo sviluppo del Paese pari a 50-60 miliardi di euro l’anno. “Una tassa immorale e occulta” acui” se ne aggiunge un’altra riguardo all’evasione fiscale. Si stima che ogni anno l’evasione è pari a circa 100 miliardi di euro, cifra che corrisponde a circa il 7% del Prodotto Interno Lordo (Pil).

Inoltre dalla Banca d’Italia: «Se non succede niente, in altre parole se non continua a cadere», dice Mario Draghi (secondo il quale «consumi e lavoro sono essenziali per la ripresa»), «alla fine di quest’anno il pil sarà sceso del 5% circa». «È la stessa previsione che per il 2009 abbiamo fatto come centro studi», commenta la presidente della Confindustria Marcegaglia, «se c’è qualche miglioramento nella seconda parte dell’anno».

Ed ancora Draghi «Si potrà parlare di crescita solo se queste condizioni si realizzeranno: la tenuta dei consumi e la possibile tenuta del mercato del lavoro».

Bene, non si avrà nessuna delle due condizioni ed il peso insopportabile dei 160 miliardi secondo voi chi dovrà sopportarlo?

Come sempre se lo terranno sul groppone i lavoratori che pagano le tasse alla fonte e hanno i più bassi stipendi di europa , impoveriti dal raffronto con la inflazione reale.

Il governo dei corrotti ed evasori non solo gli ha messo le mani nelle tasche ma li sta lasciando in mutande!

Che fare diceva Lenin ?

A parte la rivoluzione anarchica ma mi dicono che mancano le condizioni oggettive minime, almeno un po’ di sana politica di riforme fuori moda, socialisteggiante, sarebbe necessaria:

- cancellare il riferimento all’inflazione programmata, artificialmente bassa e rinnovare i contratti nazionali in base a una previsione realistica di inflazione. Idem per le pensioni.

- Abbassare le tasse sul lavoro.

- Superare il PIL come parametro di misurazione della crescita: non solo la produttività materiale è il segno della crescita ma va creato un nuovo modello di sviluppo e quindi fatta la riconversione ecologica della società e dell’economia come elemento strategico. Occorre aggiungere nuovi criteri: l’impatto ambientale, il grado di distribuzione delle risorse e dei redditii, l’economia etica di cui si comincia a parlare nel mondo.

Un intervento che farei subito, immediatamente: se le rendite godono di un trattamento privilegiato ed i lavoratori e pensionati sono quelli che sostengono il peso sostanziale del sistema occorre, semplice semplice, diminuire il prelievo fiscale sui redditi più bassi (portando l’aliquota Irpef del 23% al 20%) e, contemporaneamente, elevare la tassazione sulle rendite finanziarie al 20%, salvaguardando i piccoli patrimoni familiari



Il volano della economia capitalista ha bisogno di essere rimesso in moto
?

Ed allora bando alle cretinate e non perdiamo tempo a difendere dalla censura le istituzioni economiche “che danno i numeri”: trattasi di poteri forti che si sanno difendere da soli e che – ricordo agli smemorati - hanno creato tanti guai in giro per il mondo (che dire del FMI, il fondo monetario ed i debiti dei paesi in via di sviluppo?).

Far riprendere i consumi, dicevamo?

Il sistema migliore é quello che corrisponde a principi di giustizia sociale e cioè proprio quello di pagare di più i lavoratori, far pagare meno tasse ai pensionati ed ai lavoratori, consentendo in questo modo la ripresa della economia.

L’anima veramente odiosa di questo governo è quindi la sua anima liberista, non dimentichiamolo ed il suo atteggiamento verso il sud, visto come un bacino di voti mafiosi da conquistare e come territori da depredare e poi abbandonare dopo le illusioni.

Mentre lui ed i suoi accoliti liberalizzando di fatto l’evasione e spigendo alla corruzione hanno messo un macigno insopportabile e schiacciante sulle classi più deboli noi ci occupiamo del fatto che il pagliaccio viene deriso in tutto il mondo e lo facciamo pure con un fremito di soddisfazione, come se fosse merito nostro…

Egli non vuole che si citino i numeri della economia perché deprimono i consumatori.

Ma chi credi che siano i consumatori, se non la maggior parte dei lavoratori dei pensionati ed i piccoli commencianti ed artigiani?

Certo non sono i suoi amici del Billionaire con cui fa le sue vacanza con schitarrate di Apicella.

Ha confuso la sua vita con la nostra e dobbiamo ringraziare i suoi elettori se abbiamo questo cancro che affossa il paese.


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