Chi è l’italiano che può ancora votare Berlusconi?

par Voltaire
giovedì 17 gennaio 2013

Ammettiamolo, in 20 anni può anche esser capitato di aver votato almeno una volta Forza Italia o Pdl, non tanto per convinzione, ma per mancanza di un’alternativa. Nel 1994 anche lo stimato Mario Monti ha confessato di aver creduto in ciò che andava dicendo il Cavaliere. Se ha sbagliato un bocconiano, possiamo aver abboccato anche noi. Ma adesso?

Dopo anni di mal governo, promesse mancate, discredito internazionale, e le donne portate direttamente dal letto in parlamento, quale italiano medio riaffiderebbe la gestione dell’Italia (ma anche del proprio condominio) a Silvio Berlusconi?

Esclusi i dipendenti di Mediaset, della Mondadori, di Mediolanum, dell'AC Milan (in questo caso anche qualche tifoso) e del Giornale che votano il Silvio per necessità (di salario), chi può veramente pensare di ridare il proprio voto a colui che in pochi anni ha reso l’Italia la più blasonata tra le repubbliche delle banane?

L’identikit del berlusconiano dell’ultima ora, corrisponde a soggetti appartenenti a categorie sociali presto descrivibili. In primis c’è un gran numero di anziani e nostalgici i quali pensano veramente che Berlusconi possa sconfiggere la “cattiva” Merkel e farci tornare alla Lira, raddoppiando i risparmi e pensioni. Poi si annovera un’ampia fascia di liberi professionisti, che si illudono che la destra del bunga bunga non metterà più le mani nelle tasche degli italiani, ignari che il partito del Cavaliere fu il primo a volere (e votare) l’IMU, e che la gestione Tremonti-Berlusconi ha portato il debito pubblico a oltre 2000 miliardi.

Poi voterà per l’ex premier la totalità degli evasori fiscali sempre coccolati dai governi del Cavaliere, alcuni imprenditori del nord che ancora credono alle tre I (impresa, informatica, inglese) un tempo sbandierate dalla propaganda di Arcore, e qualche cattolico intransigente tendenza Ruini che reputa come miglior spot per la famiglia tradizionale la famiglia allargata (due mogli, una Ruby, 7 D’Addario, 58 olgettine...) di Silvio.

Sicuramente non si asterranno dal mettere una crocetta sul simbolo del PDL con Berlusconi Presidente (della coalizione): Francesca Pascale e le donne come lei sempre alla ricerca di un compagno miliardario, gli omosessuali dichiarati come Alfonso Signorini che vivono nel culto della virilità berlusconiana, gli imputati e gli agenti dei Vip come Lele Mora che sperano nel ritorno del Cavaliere per ottenere un nuovo condono fiscale o giudiziario, infine qualche laziale che ancora ritiene Storace meglio della Polverini e qualche lombardo che reputa Maroni diverso da Formigoni.

Tutti questi, insieme a qualche amico di Dell’Utri e Cosentino e qualche collega di Feltri e Ferrara fanno il 15,3 % dei consensi. Se contiamo il 2,4 % degli italiani che secondo i sondaggi sono tornati all’ovile dopo il Berlusconi versione “commedia all’italiana”, ospite da Santoro, il totale fa il 17,7% dei voti.

Sono ancora tanti, forse troppi. Basta però che il restante 82,3% degli italiani voti Grillo, Monti, Ingroia, Bersani o chiunque altro per mandare a casa (una volta per tutte) il Cavaliere e la sua corte di nani, ballerine e Berluscones. Sarà la volta buona.


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