Che ci importa dello spread?

par raffaele basile
giovedì 13 dicembre 2012

Una frase ad effetto di Berlusconi induce a qualche riflessione sul martellamento dei media riguardo alle periodiche oscillazioni del differenziale dei tassi, lo spread per l'appunto. 

Cosa ce ne importa dello spread? Perché mai ci preoccupiamo così degli interessi sui nostri titoli rispetto a quelli sui "bund" tedeschi? L’ha detto Silvio Berlusconi ed è la prima volta che il “Cavaliere” dice qualcosa che è passata anche per la mia testa.

I frati trappisti del ‘600 adottarono come proprio motto la frase «Ricordati che devi morire». Essi si ripetevano di continuo il poco gratificante motteggio, per avere sempre presente l'idea della limitatezza della vita. «Ricordati che c’è lo spread» è invece il “mantra” diffuso da parabole digitali e cavi adsl con frequenza crescente nel corso degli ultimi mesi.

La popolazione ha vissuto per lungo tempo ignara dell’esistenza sia dello spread sia delle problematiche ad esso collegate. Ma nel corso del 2011 e dell’anno in corso qualcosa è cambiato. La preoccupazione di ogni cittadino sulle vicende dello spread ha raggiunto i massimi livelli, contagiando anche chi ha scarse frequentazioni non solo delle Borse, ma anche dell'Istituto di credito sotto casa.

Se abitanti di remote galassie avessero messo a punto gigantesche orecchie riceventi tecnologiche puntate sulla terra, di una cosa sarebbero stati certi. Il pianeta terra è popolato da bipedi il cui verso predominante è costituito da quattro consonanti e due vocali. Spread, per l’appunto. Cosa ce ne importa dello spread? In realtà, un po’ dovrebbe importarcene dello spread, per il bene del nostro portafogli, ma le cose da temere nella vita sarebbero una discreta lista da affiancare al differenziale dei tassi. Eppure, i media continuano a bombardarci quotidianamente con l’incubo dello spread in rialzo, in una sorta di sadico terrorismo psicologico.

Berlusconi è talvolta decisamente “naif” (più o meno volutamente) nelle proprie esternazioni e così è stato anche nel caso del “Cosa ce ne importa dello spread?”. Il ministro dello Sviluppo economico Corrado Passera si è però visto mettere in discussione uno dei dogmi portanti della sua religione laica, ovvero l’economia. «C'è veramente qualcuno al mondo che può pensare che lo spread non sia importante?» ha prontamente replicato a Berlusconi in un sussulto di sdegno da economista.

In realtà, l’economia non è come alcuni pensano una scienza oggettiva, con tanto di dogmi. L'economia è una scienza sociale, e come qualsiasi scienza sociale è soggetta a più di un’interpretazione. Comunque sia, non sarebbe male se i media ci concedessero periodicamente dei periodi di pausa dal martellante allarme-spread. Ormai siamo tutti coscienti del fatto che lo spread esista e possa repentinamente rialzarsi. Potrebbero quindi non allertarci ogni mezz’ora per ogni suo sussulto.

 

 

 


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