Charlotte Rubacuori Corday: “gnocca” o strumento di oculata rapina?

par Grazia Gaspari
martedì 2 novembre 2010

Al Presidente del Consiglio, il colpo mortale lo ha inferto proprio lei, questa ragazzina con un corpo mozzafiato e una faccia maliarda alla Milo Manara.

Novella Charlotte Corday è una, mi si passi il termine, “paracula” col botto, uno di quei personaggi che si costruiscono solo nelle stanze del Potere con la P maiuscola, il Potere forte, quello che non appare, ma esiste e decide.

 

 

La verità non uscirà in televisione né sui giornali – dice Ruby con una voce morbida e profonda dal leggero accento straniero a Rai2 - Non mi renderò ridicola come tante altre nella mia situazione. Io intendo pubblicare un libro in cui racconterò la verità sulla mia vita e dove ci sarà anche Silvio Berlusconi“.

Nella stessa intervista, Ruby si dichiara grata, gratissima al Presidente, un uomo dal cuore d'oro che l’ha salvata dalla strada senza chiedere niente in cambio.

Anche Noemi, lo ricordate, sostenne che Berlusconi era buono e generoso, una persona di famiglia, così di famiglia che lei lo chiamava “Papi” .

 

 

Ma come è possibile che un uomo che ha tenuto in mano per oltre 15 anni la politica italiana, non abbia visto quanto fosse scivolosa la sua strada?

Servizi segreti, guardie del corpo, consiglieri, giornalisti, avvocati, ministri, beneficiati, esperti, sapienti... una stanza dei bottoni da paura, eppure non ha visto il baratro oltre la siepe.

Come è possibile?

Personalmente mi sono fatta l’idea che la Ruby Rubacuori non sia vera. Assomiglia molto ad una Mata Hari dei nostri giorni. Troppe coincidenze, troppe casualità per rendere il tutto davvero casuale!

A volte per capire la realtà bisogna usare la fantasia.

Immaginiamo allora, per motivi che a noi comuni mortali non è dato conoscere, che nelle stanze del Potere di cui parlavo prima, fosse stato deciso che era ora che Berlusconi andasse a riposo, non incarnando più la funzionalità strategica cui era stato chiamato.

L’Italia sta messa male, se non si vuole fare la fine della Grecia, occorrono cambiamenti e sacrifici, ma né destra né sinistra sono in grado di realizzarli da sole: troppo scomodi, troppo dolorosi, troppo impopolari. 

E’ necessario un governo di larghe intese, o al ribasso, un governo tecnico. Gioie e dolori suddivisi in parti eguali.

Berlusconi non è l’uomo che può governare questo processo: troppo esposto, troppo odiato (anche se molto amato), troppo accentratore, troppo protagonista, troppo mattatore. Per la nuova fase servono uomini più semplici, più fattivi, più funzionari che cavalieri.

Ed ecco che “il vizietto” ovvero la passione smodata del Premier per le donne, soprattutto le giovanissime, che ha sempre avuto e che è stata motivo di una separazione in casa con sua moglie Veronica, casualmente comincia ad emergere sui giornali (non tutti sono suoi) e soprattutto sulla Rete.

Le veline salgono alla ribalta e tra loro Noemi Letizia. Chi informa, infatti, che il Presidente si recherà alla festa di compleanno della fanciulla? Chi è la gola profonda?

Sua moglie Veronica, intelligente e intuitiva, fa capire all’Imperatore che ”il suo sollazzo” lo porterà alla tomba. Lui non ascolta e lei si defila e divorzia… separando così il proprio destino da quello del premier.

Dall’uscita da Arcore di Veronica, la villa diventa ricettacolo del terzo mondo del gossip internazionale.

Berlusconi, capisce o non capisce, sta di fatto che sceglie una strategia di scontro aperto. Scendono così in campo i Feltri, i Sallustri, i Belpietro, i Capezzone, cioè i duri, perché come dice Silvio, quando il gioco si fa duro i duri scendono in campo. Armi? Tutti i media dell’imperatore a partire da Libero, Panorama, Il Giornale.

Le prime mazzate sono, tanto per cambiare, per la sinistra: cade la testa di Marrazzo, poi quella di Boffo, ammonimento alla Chiesa a stare al proprio posto. Poi l’errore più grave: la rottura con Fini e le minacce al presidente della Camera con la storia della casa di Montecarlo. Insomma: lotta dura senza paura e nessuno si frapponga tra il drago e la sua ira!

 

Ma ecco all'improvviso nel cielo nuvoloso della politica, compare lei, bellissima, statuaria, marocchina mozzafiato dalla pelle ambrata e dalla voce calda, giovanissima: Ruby Rubacuori (geniale nome d'arte), una storia familiare alle spalle impossibile, a 12 anni scappa di casa perché il padre la vuol fare sposare con un 50enne e poi è cattolica.

Naturalmente i personaggi di Arcore circondati da tante veline e puttanelle, non vanno troppo per il sottile nelle informazioni. Travestita da minorenne, da escort, la nostra Mata Hari entra, cavallo di troia, nel villone del premier.

E destino cinico e baro, proprio alla vigilia del suo compleanno, finisce in Questura. Qualcuno dalla Questura avvisa Silvio e avvisa i giornali.

Signori il gioco è fatto! Charlotte Corday d’Armont, alias Mata Hari, alias Ruby Rubacuori pianta il suo pugnale nella gola di Marat !!!

 

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