Charles Aznavour si rifiuta di cantare con Berlusconi: mezza Francia se la ride

par michel.abbatangelo
sabato 24 luglio 2010

Silvio Berlusconi, l’istrione, Charles Aznavour e il rifiuto. Mezza Francia se la ride, patetico il suo tentativo di salvare la faccia, dai camerini trapela uno smacco bruciante!

La cosa è molto più di una indiscrezione: Charles Aznavour (Legion d’honneur, massima onoreficenza francese) non passa per un uomo che la manda a dire. Pur essendo un uomo di destra attacca il Presidente Francese, riprova ne è questa intervista. E’ un uomo che dà del tu a Sarkozy e al Presidente armeno (fu lui che riuscì a farlo uscire dal carcere) e non è la prima volta che prende posizioni decise. Lo chansonnier è sempre stata una personalità forte, un mostro sacro della cultura francese e poco incline all’appiattimento estetico che pretende il potente di turno. 

Per sottolineare questa sua "indipendenza" riportiamo uno stralcio della succitata intervista: "I nostri politici vivono nei loro palazzi, non vanno dove dovrebbe andare a vedere cosa succede fuori. Anche Sarkozy fa parte di questa schiera di Re che vivono nella loro prigione. Al presidente armeno, la prima cosa che gli dissi fu detto: ’Ti dirò ciò che non va nel paese’. Mi permetto di dargli del tu perché è stato rilasciato dal carcere grazie a me".

Nella stessa intervista chiedeva a Sarkozy di fermare le espulsioni degli stranieri che domandano asilo politico. Un tema che gli sta a cuore poiché d’origini armene e la sua famiglia ottenne asilo politico al tempo del pogrom antiarmeno. Un problema quello degli immigrati (non solo armeni) che, da sempre, gli sta molto a cuore.

Ebbene, vista la reputazione di Berlusconi in Francia, non avrebbe mai accettato di cantare con lui.

 

Berlusconi non ha esitato a metterlo in grande imbarazzo e solo l’immaginazione può farci ipotizzare cosa sia successo nel camerino di Charles Aznavour e quale scusa abbia formulato il suo impresario per giustificare il diniego ad esibirsi con Berlusconi. 

Da vero signore ha fatto chiaramente e cortesemente intendere con una diplomatica piroetta che: "non è il caso che insista..." e state certi che era informatissimo sulla situazione italiana e la legislazione sulla "sicurezza": la comunità armena italiana lo ha infomato fin nel più squallido meschino dettaglio specie per quanto attiene al patto d’acciaio che lo lega a Bossi, anche quest’ultimo molto "noto" oltralpe.

 

"Qualcuno ha scritto che avrei chiesto di cantare con lui" ha detto Berlusconi "ma la carica istituzionale me lo impedisce e poi sono sicuro che sarei stato migliore".

Però la "carica istituzionale" non gli ha impedito di fare le corna in una foto ufficiale, né di fare cucù alla Merkel e nemmeno di urlare " Mr Obama, here Mr Berlusconi ".

Non ci vuole una cima per percepire la piccola rivalsa e l’acredine suscitata dal cortese deciso diniego ad esibirsi con un Silvio se vogliamo in vesti "Nerone" che canta mentre il paese affonda!

Per risollevarsi dall’imbarazzo il Cavaliere se ne è uscito con una delle sue sbruffonate che buttano tutto nel grottesco e nella caricatura più puerile e non ha, nemmeno, capito la "dedica" di Aznavour, una frase che ad un orecchio francese suonerebbe un po’ meno lusinghiera. 

Aznavour ha detto: "Voi siete l’artista più prestigioso che abbia mai aperto un mio spettacolo ". Aggiungete le virgolette alle parole "artista e prestigioso" e avrete capito il senso.

Se avesse accettato la cosa avrebbe avuto la valenza di un certo Papa che strinse la mano a Pinochet!

Infine immaginatevi le ricadute negative sulla sua immagine in Francia, lui che scritto "J’ai vu Paris. Per lui uomo che non è mai stato di sinistra, Berlusconi è troppo.

La "fama" di "istrione", parafrasando una canzone di Aznavour, del Presidente del Consiglio ha travalicato le Alpi, e, oramai, anche a destra c’è una certa vergogna ad accompagnarsi a lui, fosse solo per una canzonetta.

 

 

 


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