“Charamsa arma del capitale contro la Chiesa”: parola del clericale organico Fusaro

par UAAR - A ragion veduta
venerdì 23 ottobre 2015

Secondo il filosofo Diego Fusaro, il coming out di monsignor Charamsa è “un’arma del Capitale contro la Chiesa”. La Chiesa sarebbe “sotto attacco”, a causa di un complotto mediatico pilotato da non meglio precisati “poteri forti”, perché il fondamento del capitalismo sarebbe “incompatibile con il Dio dei cieli e con i valori etici della Chiesa”.

Il prete che ha rivelato di avere un compagno sarebbe “la testa d’ariete con cui il potere mondialista finanziario mira a colpire la Chiesa per imporre ad essa l’accettazione del nuovo costume orwelliano del godimento illimitato e coestensivo al valore di scambio disponibile”, “il sacro dogma dell’uomo unisex e senza identità, infinitamente plasmabile”.

Charamsa sarà incoerente perché pretende di avere la benedizione della Chiesa sebbene il suo comportamento sia in palese contrasto con la dottrina ed è assurdo sostenere che tutti i preti siano pedofili. Ma i discorsi che fa Fusaro evidenziano come la critica filosofica che pretende di rifarsi al marxismo in salsa postmoderna, utilizzando alcuni concetti connessi in una narrazione complottista, finisca per diventare l’ancella della teologia.

La Chiesa in teoria ostenta spesso una retorica pauperista e fautrice della libertà della persona umana. Ma nella prassi detiene da sempre enormi ricchezze, rappresenta un complesso economico “mondialista” e capace di influenzare tuttora la politica e la finanza (basti pensare al fatto che possiede almeno il 20% del patrimonio immobiliare italiano e ai costi a carico dei cittadini); inoltre punta a limitare in maniera pesante proprio l’identità della persona, controllandone i comportamenti per mezzo della dottrina e delle sue strutture sociali.

Di tutto questo Fusaro sembra non accorgersi: forse perché, per mutuare il lessico gramsciano, è un rampante intellettuale organico stipendiato dall’università cattolica Vita-Salute San Raffaele che contribuisce all’egemonia culturale della Chiesa stessa, citato ormaicome riferimento “laico” dagli integralisti cattolici nelle loro campagne omofobe e familiste.


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