Cgil: no al condono, sì all’imposta sulle grandi ricchezze
par Paolo Borrello
mercoledì 12 ottobre 2011
Anche la Cgil si è espressa contro l’ipotesi di varare l’ennesimo condono, da parte del Governo. “Un governo diviso, che non ha nessuna idea di politica economica, ripesca il condono fiscale ed edilizio per recuperare le risorse che sono state precedentemente sottratte alla legge e alla giusta redistribuzione della ricchezza” è quanto ha sostenuto Danilo Barbi, segretario confederale della Cgil che ha commentato così la proposta di un condono fiscale e magari anche edilizio avanzata da una parte della maggioranza.
“Con il condono – ha affermato - si premierebbe quindi chi è corresponsabile della crisi attuale”. Il dirigente sindacale ha ricordato che oggi anche la Corte dei conti ha bocciato la riforma fiscale “per gli stessi motivi con cui noi l'avevamo criticata – ha sottolineato Barbi -: non ha copertura finanziaria e perché parte delle entrate sono state usate dal decreto di agosto; bisogna quindi – ha proseguito il segretario confederale della Cgil - tassare beni ‘personali e reali’, evitando i tagli lineari alle agevolazioni” che, ha spiegato Barbi “sarebbero recessivi e si concentrerebbero soprattutto su coloro che già pagano regolarmente le imposte e, in particolare, sui contribuenti che si collocano nelle classi di reddito meno elevate”.
Ma se sbagliare è umano, per il dirigente della Cgil “perseverare con il condono è davvero diabolico, ma soprattutto stupido”. Barbi indica “un'altra strada più efficace e soprattutto più equa” che la Cgil ha indicato già da mesi, ossia: un'imposta ordinaria sulle grandi ricchezze analoga a quella francese. “Si tratterebbe – ha precisato il dirigente sindacale - di prevedere un'aliquota progressiva dallo 0,55% all’1,8% sulle attività reali, patrimoniali e finanziarie, al netto delle passività finanziarie (mutui e altri debiti). L’imposta – ha detto - verrebbe pagata solo sulla quota che eccede gli 800.000 euro”.
Inoltre, Barbi ha chiarito che “a subire un aumento del prelievo fiscale strutturale sarebbero solo i redditi ultraricchi (ovvero il 5% delle famiglie italiane). Tutti gli altri, ovvero il 95% degli italiani – ha aggiunto - non sarebbero neppure sfiorati”. Dunque, una misura fiscale di questo tenore, secondo la Cgil, potrebbe generare un gettito massimo potenziale di circa 12 miliardi di euro, risorse che sarebbero subito a disposizione per un grande piano di sviluppo e in particolare per un grande piano nazionale per il lavoro dei giovani.