Centro d’Espulsione migranti: Maroni ci vieta l’ingresso. Perché?

par Giulio Cavalli
venerdì 8 aprile 2011

Dalla Prefettura no a Cremonesi, Mirabelli e al sottoscritto alla richiesta di visita nel centro di Via Corelli (Milano).

I consiglieri regionali non hanno più accesso al Cie di Via Corelli. E’ quanto, nostro malgrado, abbiamo scoperto oggi facendo richiesta di visita al centro per verificare le condizioni dei trattenuti.
 
Nonostante la delega ricevuta l’altroieri dal Presidente Boni come da prassi – l’ultimo nostro ingresso con identica modalità risale a un mese fa - la Prefettura ci ha negato il permesso sulla base di una circolare emessa il primo di aprile dal Ministro Maroni.
 
Si tratta di un fatto gravissimo, che lede i poteri ispettivi dei consiglieri dentro i luoghi di detenzione e a maggior ragione nei Cie che non sono carceri.


 
E’ intollerabile che a rappresentanti delle istituzioni eletti dai cittadini sia negato il diritto/dovere di verificare le modalità di trattamento all’interno dei centri come quello di via Corelli, dove peraltro anche durante l’ultima visita avevamo rilevato condizioni disastrose sia dal punto di vista della struttura stessa che da quello della tutela della dignità delle persone.
 
E la puntualità di questa circolare ministeriale, mentre la Lega fa becera propaganda sulla pelle dei profughi in fuga dalla guerra e dalla miseria, suona davvero alquanto sospetta.
 
Per quanto ci riguarda non possiamo accettare in generale che, ancora una volta, di fronte a un’emergenza umanitaria anziché attuare da subito soluzioni possibili per affrontarla, la linea del Ministero sia stata quella dell’allarmismo e dell’ordine pubblico. E sulla questione specifica dei Cie, sulla quale ora vogliamo delucidazioni anche dal Presidente Boni a tutela del Consiglio e del nostro ruolo, riteniamo che la circolare sia addirittura illegittima, poiché viola il principio imprescindibile della trasparenza, impedendoci di accertare il rispetto delle garanzie costituzionali a difesa dei trattenuti, in particolar modo ora in questa drammatica situazione”.
 


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