Celentano, una proposta: non pagarlo

par luciano corso
giovedì 16 febbraio 2012

L’apparizione in prime time TV del comandante Schettino o Cesare Battisti o, chessò, qualcuno che sostiene che la Shoah non esiste e insomma gli ebrei se la sono cercata, toccherebbe vertici di audience bulgari; la giustificazione della RAI di inseguire gli ascolti sembra pertanto un po’ debole, come miserabili sono ora i suoi propositi di “commissariare” il Festival di Sanremo per evitare il ripetersi di esibizioni come quella di Celentano dell’altra sera.

Sapevano benessimo a cosa andavano incontro sottoscrivendo un contratto che la stampa definisce “blindatissimo”. Nonostante questa blindatura propongo di non pagarlo, impugnare il contratto con qualche cavillo giuridico e andare in causa. 

Causa persa, naturalmente, figurarsi se non trova qualche giudice democratico pronto a dargli ragione, ma almeno ci sarebbe un soprassalto di dignità. Non preoccupatevi, cari dirigenti RAI da 250.000 € di stipendio, le spese legali le paghiamo noi, con un SMS da 2 euro sono certo che raccoglieremmo importi da potersi permettere i migliori principi del foro. 

Quanto a lui, il Molleggiato, i suoi estimatori (agghiaccianti le ovazioni di una parte del pubblico mentre quello si beveva un bicchier d’acqua) invocano i suoi successi artistici. Ma davvero blaterare in un finto inglese maccheronico sulla base musicale di una cadenza da juke box anni 50, sempre quella da 30/40 anni, fa pensare al Frank Sinatra de noantri? O forse pensano ancora a Azzurro e 24.000 baci?


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