Caso Mills: lo straordinario successo di un gruppo di Facebook che si ribella al Tg1

par Filippo Cusumano
mercoledì 3 marzo 2010

I giornalisti dovrebbero essere, in tutti i paesi civili del mondo, i cani da guardia (watch dog) del sistema. Quelli che additano all’opinione pubblica le cose che non funzionano e le responsabilità di quelli che ci governano. Questo ruolo, oggi, non sono certo io a scoprirlo, lo ha ormai assunto Internet. Più tempestivamente e in alcuni casi molto più efficacemente di quanto lo facciano i giornalisti della carta stampata e della Tv.

Una prova eclatante, ma certo non isolata, di questo assunto, l’ha data in questi giorni il caso di un gruppo nato su Facebook sabato 27 febbraio alle ore 19.
 
Il gruppo è stato fondato da Paola Avon e da Arianna Ciccone e si chiama
"La dignità dei giornalisti e il rispetto dei cittadini".
 
Come è nato il Gruppo? Il giorno antecedente alla fondazione del gruppo il Tg1 aveva aperto parlando della chiusura della vicenda Mills.
 
Come tutti sanno l’avvocato Mills era stato accusato di essersi lasciato corrompere da Silvio Berlusconi. Per tale imputazione era stato condannato in primo e in secondo grado.
 
La posizione del premier, imputato nello stesso procedimento era stata stralciata per effetto della vigenza del Lodo Alfano, poi dichiarato illeggittimo dalla Corte Costituzionale.
 
Una eventuale conferma in Cassazione della condanna di Mills avrebbe avuto un peso rilevantissimo se non determinante nel processo che, venuto meno il Lodo, si celebrerà a breve nei confronti del premier.
 
La Cassazione, invece, ha deciso che il reato è caduto in prescrizione.
 
Il che, naturalmente non equivale a dichiarare innocente l’imputato.
 
Viene semplicemente ufficializzato un dato oggettivo: sono passati più di dieci anni da quando è stato commesso il reato e la conseguenza è che non è possibile più perseguire colui che lo avrebbe commesso.
 
Si chiama prescrizione. Prescrizione che non riguarda - ancora - il premier per il semplice motivo che il periodo di vigenza del Lodo Alfano ha interrotto il periodo di prescrizione.
 
Ma cosa succede al Tg1? Per ben due volte, prima nei titoli di testa, poi nel lancio della notizia da parte del conduttore, si parla di assoluzione.

Una notizia falsa, fornita in diretta, dal servizio pubblico, a milioni di persone.

Così è nata la raccolta di firme in Rete?
 
Le due amiche hanno messo giù il testo di una lettera - cortese, ma ferma - indirizzata al presidente dell’Ordine del giornalisti Lorenzo Del Boca, al presidente della Rai Paolo Garimberti e allo stesso direttore del Tg1, Augusto Minzolini.
 
Eccone la frase centrale della lettera:
 
"Qui si tratta di deontologia professionale e della funzione fondamentale del giornalismo. Ieri il tg1 delle 13.30 come sai ha dato una notizia falsa. Ecco credo che nessuno di noi possa e debba accettare questo. Mi aspetto quindi una reazione esemplare dell’Ordine rispetto a un episodio che umilia la professione giornalistica e i cittadini".
 
Più avanti, nella stessa lettera viene citato un breve commento di Michele Serra sulla vicenda. Eccone la frase centrale:
 
"Per dire in un tigì, o scrivere su un giornale, che "Mills è stato assolto", spacciando la prescrizione di un reato accertato per "assoluzione", bisogna essere dei bei mascalzoni. Non dico faziosi, o manipolatori, o servi, dico proprio mascalzoni perché per un giornalista manomettere la verità è un crimine, tal quale per un fornaio sputare nel pane che vende. Qui non si tratta di opinioni, di interpretazioni, di passione politica. è proprio una frode, una lurida frode che non descrive più l’aspra dialettica di un paese spaccato, descrive qualcosa di molto peggiore: l’impunità conclamata di chi mente con dolo, con metodo, con intenzione, sicuro di non doverne rispondere ad alcuno (all’Ordine dei giornalisti? è più realistico sperare che intervenga Batman)."
 
La lettera si chiude chiedendo "un provvedimento nei confronti di quel giornalista che ha palesemente violato il principio deontologico per eccellenza: raccontare la verità".
 
Ebbene questa lettera, partita come gruppo facebook sabato 27, è stata firmata, mediante adesione al gruppo, da oltre 115.000 persone (è il dato di stamattina- ore 10 del 3 marzo), ma le prime 100.000 sono arrivate in poco più di una giornata.
Non si era mai visto su Facebook - almeno in Italia - un gruppo avere così tanti iscritti in poche ore.
 
Mentre Facebook svolge le funzioni di cane da guardia dell’informazione, Il Giornale difende Minzolini.
 
In maniera risibile.
 
Sostengono che hanno fatto bene a parlare di assoluzione al Tg1. Il termine "prescrizione" era troppo complicato, meglio semplificare. 
 
Il sito satirico Spinoza commenta così: "È la loro linea editoriale: notizie false, però semplici"
 

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