Caso Englaro: quale silenzio?

par UAAR - A ragion veduta
mercoledì 4 febbraio 2009

Mons. Mariano Crociata, segretario generale della Cei, intervenendo sul caso Englaro ha affermato: “quando ci avviciniamo al mistero della morte bisogna tacere e, per chi crede, pregare”. Il cardinale Dionigi Tettamanzi, arcivescovo di Milano, a sua volta ha chiesto che “cessi il clamore, si apra lo spazio alla preghiera”. Mentre dall’Azione Cattolica viene l’invito ad “accompagnare nel silenzio e nella preghiera gli ultimi giorni di Eluana”.



Parole condivisibili: sarebbe meglio per tutti che la vicenda faccia il suo decorso rispettando la sofferenza della famiglia Englaro ed evitando di far precipitare il paese in una crisi senza precedenti. Ma è veramente questo il pensiero dei cattolici italiani? Leggiamo che il vescovo di San Marino Luigi Negri (CL) ha promesso tre giorni di campane a morto. Leggiamo del preannuncio di rumorosi sit-in di protesta davanti alla clinica di Udine. E’ questo il silenzio cattolico? Non somiglia, ancora una volta, alla bimillenaria pretesa delle gerarchie ecclesiastiche che il silenzio sia solo un qualcosa da imporre a chi non la pensa come loro? Per di più coperto dalle ‘preghiere’ pronunciate con voce fin troppo alta davanti a ospedali dove si consumano drammi umani, o dalle stentoree richieste di intervenire rivolte al governo e al parlamento? Le gerarchie ecclesiastiche sappiano, almeno in questo caso, dar prova di coerenza tra le parole e i fatti.


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