Caso Englaro. Il buono, il brutto e il comunista

par Andrea Pisani
domenica 8 febbraio 2009

 

L’Italia ha avuto un momento di sussulto il 7 febbraio del 2008: l’intera nazione ha scoperto di basare la propria democrazia su una carta costituzionale filo-sovietica. Sono queste le parole dure ma decise del premier Silvio Berlusconi, dopo l’attacco verso il Presidente della Repubblica, reo dee suoi precedenti comunisti.

Napolitano si è rifiutatoaprioristicamente di firmare una legge che obblighi l’alimentazione ad Eluana Englaro, la donna in stato vegetativo da 17 anni; il padre di Eluana stessa, dopo essersi rivolto alla magistratura, aveva ottenuto la possibilità di lasciar morire la propria figlia per porre fine alla sofferenza famigliare, grazie ad una sentenza della Corte Suprema di Cassazione.

Successivamente Berlusconi ha inaugurato la propria battaglia per impedire la morte della donna.

Il Presidente della Repubblica ha quindi scorto un abuso istituzionale da parte della maggioranza che annullerebbe di fatto una sentenza, quindi l’invasione del potere legislativo in quello giudiziario, e l’inappropriato uso del decreto legge nei confronti di una questione delicata come quella del testamento biologico e dei trattamenti di alimentazione e di idratazione meccanica.

Il Presidente del Consiglio Berlusconi ha subito minacciato di riformare la Costituzione, affinché non si verifichino più casi come questo, dove il potere legislativo si trova con le mani legate davanti ad un rifiuto di Napolitano. I mass media si son soffermati maggiormente sull’accusa alla costituzione “Russa”; non è ancora chiaro in quali punti la nostra carta costituzionale possa ispirarsi all’ideologia sovietica, ma senza dubbio l’attacco è stato lanciato per giustificare una futura riforma che la riguardi.

Veltroni ha lucidamente replicato al premier rendendogli noto che Berlusconi stesso ha giurato fedeltà alla Costituzione nata dalla resistenza e dalla morte di migliaia di persone.

Intanto la maggioranza ha annunciato di voler procedere anche senza il consenso di Napolitano, convocando per lunedì una seduta per l’approvazione del decreto legge.

Lo strano atteggiamento di Berlusconi, che precedentemente aveva dichiarato di non voler interferire nel caso Englaro è da giustificarsi nelle forti pressione della Chiesa, fortemente contraria alla morta di Eluana che sarebbe di fatto un omicidio.


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