Caso Boldrini-Lucarelli: la comunicazione non verbale della ex presidente della Camera

par angelo umana
venerdì 26 marzo 2021

Noto che nella risposta della Boldrini a Selvaggia Lucarelli sull'intervista a donne sue dipendenti “maltrattate e malpagate”, la signora deputata ha tralasciato di citare i suoi “capricci assurdi. Se l'hotel che le veniva prenotato era rumoroso, in piena notte chiamava urlando. 

Poi magari non ti parlava per due giorni. Credo che ritenga un privilegio lavorare con lei, questo è il problema. Alcuni dipendenti però li tratta bene, specie chi la adula o chi si occupa della comunicazione, quello è il ramo che le interessa di più” (ipse dixit un'altra collaboratrice, ne ha di soldi per dar lavoro... lei che disse di rinunciare al 30% delle sue entrate).
 
Questi atteggiamenti corrispondono in effetti all'immagine che si evince dalla comunicazione non verbale, pubblica, della persona. E' immaginabile, anche non conoscendola, una Boldrini ossequiosa e compìta coi potenti (quelli che le han dato il posto magari) o coi suoi pari grado, e autoritaria e aggressiva coi suoi “sottoposti”. Il linguaggio non verbale, le pose, i comportamenti corrispondono ad oltre i tre quarti della comunicazione, le parole espresse sono solo una piccola parte di essa, di lei si ricorda soprattutto il monito ad esprimersi con “un linguaggio consono a quest'aula” con voce quasi collerica e finta pacata, da presidente della Camera. Appare come una figura ipocrita e sgradevole, promotrice di vertenze di facciata, sebbene di donna molto corretta in apparenza.
Foto: Flickr

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