Caro estinto, prima mi esibisci il contratto e poi ti dò il nulla osta alla tumulazione!

par albodoro
venerdì 5 febbraio 2010

E’ accaduto a San Giorgio del Sannio, un comune in odore di mafia e malaffare in ogni espressione della sua vita politico-amministrativa, della provincia di Benevento. Decede novantenne e l’ U.T.C. pretende dall’estinto (sic!) l’esibizione del contratto di concessione di loculo cimiteriale e numero identificativo del loculo stesso (sic!). Di seguito tutti i particolari allucinanti ed incredibili se non fossero amaramente veri. 

 In data 26 gennaio 2010 Carpentieri Rosanna si è recata al Comune per chiedere l’autorizzazione alla tumulazione della zia. Alla stessa, il geometra Carolla dell’U.T.C. pretendeva, in mancanza di esibizione materiale del contratto di concessione di loculo cimiteriale, la comunicazione verbale per i riscontri documentali dell’Ufficio e, ai fini del rilascio di nulla osta, di dati quali: l’anno di stipula del contratto, le parti contrattuali, ed il numero del loculo.

A tale ultimo scopo è stato persino richiesta alla Carpentieri una vessatoria verifica in loco, al Cimitero di Ginestra, per individuare nel loculo 22 quello assegnato dal Comune e su cui era stata per giunta apposta e predisposta in vita la pietra, da parte della zia .

Ma per l’UTC occorreva ben altro, ovvero il titolo. Ed il Comune non lo rinveniva tra le sue disordinate scartoffie, nei discutibili elenchi delle concessioni cimiteriali, per annualità.

Vane sono state le richieste della Carpentieri per risalire - come si dovrebbe e potrebbe in un paese civile e normale - dal loculo 22 o da qualsiasi altro loculo al titolare della concessione. O per verificare quanto meno lo status giuridico dello stesso: libero e disponibile ovvero già concesso a Tizio o Sempronio e/o quant’altro. L’U.T.C. per il rilascio del nulla osta alla tumulazione ha preteso - di fatto - dal morto il contratto, non avendone riscontro tra le proprie carte, nei propri sui generis elenchi annuali (per omissioni, negligenze individuali dei dipendenti, nel più totale caos nella custodia dei documenti e, comunque per disservizio imputabile all’Ufficio preposto) consistenti in annotazioni basate - e questo è il colmo - in via esclusiva sul criterio cronologico di stipula della concessione.

Incredibile quest’ultimo criterio archivistico! La verità è che sono di fatto altamente vessatori e giuridicamente infondati i requisiti che attualmente, per prassi deviante ed abnorme il Comune di San Giorgio del Sannio chiede ai morti per essere sepolti. A causa della malgestione del servizio, del mercimonio dei loculi e dei vari illeciti perpetratisi negli anni da stessi dipendentii comunali, che l’Amministrazione ha sempre coperto, in disinvolta collusione ed irresponsabile favoreggiamento, oggi, per avere sepoltura viene chiesto all’estinto la esibizione del contratto di concessione, malgrado il Comune (parte contrattuale) e l’Ufficio del Registro abbiano l’obbligo di custodirne copia originale con tanto di estremi di registrazione presso l’Agenzia delle Entrate. 

Cosa sarebbe successo all’estinta se fosse stata completamente sola, priva di tutele e parenti, nel momento culminante dell’impotenza e della fragilità umana e se la nipote non avesse immediatamente ricercato e rinvenuto il contratto? Semplice: nel primo caso, sarebbe stata deposta nella nuda terra malgrado avesse provveduto in vita a munirsi di loculo, con regolare contratto di concessione, sottoscritto, pagato e registrato nel 1989. 

Nella seconda ipotesi, la nipote se avesse voluto dare sepoltura più degna alla propria compianta estinta, avrebbe dovuto acquistare altro loculo alla irrisoria cifra di 3000 euro e senza alcuna garanzia e liberatoria rilasciata dall’Ente, circa la effettiva libertà e concedibilità dello stesso. Perché comune logica esige che se dal loculo 22 non si può risalire al concessionario, lo stesso discorso vale, in teoria ed in pratica, per tutti gli altri loculi. Dunque, i cittadini tutti stiano attenti dalla beffa del comune: nell’attuale marasma nessun preposto al Comune può garantire al cittadino che, nonostante un contratto, il loculo sia già stato assegnato ad altri richiedenti.

Allora su quali basi si stipula il contratto concessorio? Non è dato saperlo!

Riteniamo che i criteri adottati dal Comune di San Giorgio (non sappiamo quanti altri Comuni campani si regolino allo stesso modo, ma crediamo pochissimi per qualunque Ente che abbia a cuore il dovere della trasparenza ed un barlume d’illuminismo amministrativo-gestionale-politico) siano assolutamente abnormi, erronei, risibili e vergognosi, e di dover suggerire al Dirigente dell’ U.T.C. architetto Fusco, sia altri parametri archivistici per la scrupolosa custodia delle concessioni, dei titoli e di qualunque altro documento, sia l’adozione per i cimiteri comunali della stessa mappatura e degli stessi criteri oggettivi e soggettivi del Catasto e della Conservatoria, con possibilità di ricerca tanto per nominativo del concessionario quanto per numero e/o altro identificativo dei sepolcri.

In fondo, i Campi Elisi dovrebbero ragionevolmente considerarsi alla stregua di una città nella città o di un grande condominio con principali e subaltermi. O forse no? Forse la trasparenza è "inopportuna" e "sconveniente" nel Comune di San Giorgio del Sannio? Cominciamo fondatamente e dati alla mano a pensarlo.

Nelle more di un riscontro del Dirigente Fusco o del Sindaco Nardone, il Comitato sangiorgese "Cittadini per la Trasparenza e la Democrazia" ha chiesto che sul sito del Comune venga immediatamente pubblicato il Regolamento per i servizi cimiteriali e dei cimiteri comunali.

Aggiungere malaffare a malaffare in una spirale infinita e far ricadere sul morto o sui suoi parenti le conseguenze della malafede, del commercio privato di loculi, del peculato, della concussione, della burocrazia kafkiana, della pessima e cialtrona amministrazione è cosa inammissibile in un Comune civile e trasparente.

Per questo il comitato locale che si è fatto carico della non più sostenibile problematica annuncia approfondimenti della Magistratura e della Guardia di Finanza e l’apertura autonoma di una inchiesta-dossier.


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