Caro Travaglio... io lo dico da anni

par paolodegregorio
venerdì 15 ottobre 2010

Nel tuo editoriale di ieri, 14 ottobre, ottimo come al solito, chiudi il ragionamento con queste parole: “se FLI, PD, IDV e UDC vogliono un governo a tempo che prepari elezioni finalmente libere la piantino di parlare solo di norme elettorali e presentino una legge semplice semplice: fuori la politica dalla Rai, fuori dalla politica chi controlla TV e giornali”.

Da anni scrivo ciò su questo argomento (come chiunque può verificare su Google digitando paolodegregorio rai), sempre inascoltato, anche da “Il Fatto Quotidiano.

Mi rendo conto che in questo momento politico la questione Rai ha subito una forte accelerazione per due fattori principali: uno è la sortita di Fini che chiede la privatizzazione della Rai, la seconda è lo spettacolo da basso impero che i partiti padroni offrono censurando voci critiche e piazzando i loro uomini (si fa per dire) che, invece di un “pubblico servizio” mettono in onda la voce del padrone e i pigolii di una opposizione inesistente.

Comunque ripropongo ciò che sto dicendo da anni:

- la Rai e Mediaset costituiscono un duopolio che si è fatto regime. E’ necessario che questa concentrazione venga eliminata, in nome della democrazia e del dettato costituzionale, obbligando entrambi i gruppi a mettere due reti ciascuno sul mercato.

- Rai uno, finanziata dal solo canone (non obbligatorio) e senza pubblicità, dovrà essere diretta da un presidente, con tutti i poteri, eletto direttamente dai cittadini (canone pagato alla mano) in concomitanza con le elezioni politiche, scelto tra una lista di persone assolutamente indipendenti da ogni potere economico, politico, religioso.

Ogni eletto non può durare in carica più di due legislature ed è sottoposto solo al potere di vigilanza del Presidente della Repubblica.

- Per quanto riguarda il “conflitto di interesse”, esso deve essere risolto con un articolo di una nuova legge elettorale che preveda la ineleggibilità di chiunque possieda TV o giornali, anche locali o regionali, perché questa proprietà annulla ogni possibilità di competizione alla pari.

Queste regole sono essenziali per la democrazia. Senza di esse vivranno in eterno il potere dei soldi e il pensiero unico veicolato dai media,

Credo che oggi sia possibile un fronte politico, non partitico, capace di proporre queste regole per ritornare al gioco democratico e vincerci anche le elezioni.


Leggi l'articolo completo e i commenti