Caro Saviano... con tutto il rispetto

par paolodegregorio
martedì 13 aprile 2010

Ieri sera, nella trasmissione Tv “Che tempo che fa”, è stato dato felicemente e giustamente molto spazio a Saviano, che vive sotto scorta perché reo di avere acceso i riflettori sulla camorra che, come tutte le mafie, preferisce il silenzio e l’omertà.
 
Ci ha ricordato la immonda realtà dello smaltimento clandestino dei rifiuti tossici provenienti dal sistema produttivo del Nord nelle discariche campane (anche in quelle legali), ricordandoci che l’avidità dei padroni non ha limite, anche se sanno benissimo che questo sistema uccide, per malattie ed inquinamento, persone e ambiente.
 
Ma alla domanda di Fazio se entrerebbe in politica (visto che glielo hanno offerto), ha risposto dicendo che la politica non è il suo mestiere.
 
Con tutto il rispetto, mi permetto qualche osservazione: la politica non è un mestiere, lo è di fatto per quelli che la fanno come scelta di vita, soprattutto nella “sinistra sparita”, che vegetano negli agi grazie ad una legge che non vieta la rielezione dopo due legislature (come per i presidenti americani).
 
Ciò che manca oggi nel panorama politico, che vive ottusamente nel giorno per giorno, è proprio l’assenza di progettare il futuro, l’assenza di etica e di ideali, la subalternità alla dittatura della economia che agisce senza regole, mentre c’è bisogno di credibilità personale e, come il caso Vendola in Puglia dimostra, se sei una persona per bene la gente ti segue, infischiandosene di ciò che tramano i partiti.
 
Se cominciassimo a considerare la politica non più un mestiere a vita in mano a furbi e mediocri, ma a considerarla un servizio alla comunità per un piccolo periodo della propria vita (due legislature al massimo), e a considerarla il punto geometrico dove c’è il vero potere per cambiare qualcosa, ecco che tutti ci dovremmo rendere conto che la cosa più necessaria è fare arrivare in politica le persone perbene, e non più quelle che arrivano dalla burocrazia dei partiti o dal potere economico o da quello vaticano.
 
Le persone perbene, quelle di cui abbiamo fortemente bisogno, attraverso il meccanismo delle primarie, possono entrare in politica, da indipendenti, e se sono in molti possono fare molto senza omologarsi ai riti della attuale palude politica.
 
Sostenere che la politica è un mestiere è un errore, mi perdoni Saviano, ma è un servizio che le persone migliori devono offrire alla comunità, se desiderano cambiare in meglio questo paese.
 
Dalla scomparsa del Partito Comunista che, con il suo peso reale, controbilanciava il potere delle classi dominanti, si è aperta una crisi che ha portato alla scomparsa di una vera opposizione. Il PD oggi è un partito liberale di centro, la classe operaia è stata divisa, precarizzata, emarginata, ricattata, è oggi ininfluente e come soggetto sociale non esiste più.
 
C’è l’urgente compito di creare una nuova opposizione che pretenda legalità, difesa della Costituzione, smantellamento dei monopoli mediatici, salario sociale per i disoccupati, difesa dello ambiente, referendum contro il nucleare e contro la privatizzazione dell’acqua, riconversione energetica con le rinnovabili.
 
Una nuova opposizione può nascere, non da una somma di vecchie sigle e unione di partiti, ma da questo programma su cui far crescere una nuova classe politica dirigente, in cui le persone come Saviano non possono mancare.
 

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