Caro Salvini... una lettera sul consumo di droghe

par paolodegregorio
sabato 11 maggio 2019

Egregio Matteo Salvini (Ministro dell’Interno), 

leggo che lei considera il consumo di droghe “una emergenza nazionale” e sposa la via proibizionista, cominciando con la chiusura dei “canapa shop”, negozi che legalmente vendono prodotti con una quantità molto bassa di principio attivo dopante.

Mi sembra strano cominciare a combattere le tossicodipendenze iniziando con la sostanza più innocua, che non uccide, mentre eroina e cocaina arrecano gravi danni all’organismo fino alla morte, di cui peraltro non conosciamo la reale incidenza perché infarti e ictus cerebrali non sempre vengono indagati in chiave di tossicodipendenza.

Il contrasto dello Stato verso il fenomeno dello spaccio è così inefficace al punto che in ogni piazza e in ogni discoteca gira ogni tipo di droga, chi ha intenzione di consumarla non ha grandi difficoltà a procurarsene, e per ogni spacciatore arrestato ce ne sono altri cento pronti a subentrare.

Questa è la situazione in Italia da moltissimi anni e malgrado gli annunci roboanti di ogni governo sul triste fenomeno, che rimbambisce tanti giovani e non solo, la circolazione delle droghe non è mai diminuita, anzi è arrivata a toccare fasce d’età sempre più basse, quasi bambini.

Caro Salvini, con tutto il rispetto, perché non chiede alle mafie, che guadagnano cifre enormi con questo traffico, quale è la cosa che temono di più, visto che lei sembra interessato ad una lotta senza quartiere contro i mercanti di morte? Glielo dico io, la cosa che temono di più è la legalizzazione di tutte le sostanze.

La storia del proibizionismo degli alcolici in America dimostra che vi erano molti più alcolisti quando era vietato consumare alcolici (niente attrae più del proibito), di quando si autorizzò la libera vendita e i profitti dei mafiosi andarono a zero. Qui si tratta di decidere se continuare a ingrassare le mafie, che con tutti quei soldi si comprano uomini e cose, inquinano politica, affari, appalti, o consentire la libera vendita in strutture controllate e, per quanto riguarda la “cannabis” la possibilità di coltivarla per l’autoconsumo.

Anche a parità di consumi, la fine del proibizionismo avrebbe il vantaggio di indebolire le mafie, e non dimentichiamo che muore più gente col tabacco, con l’alcol, con il gioco d’azzardo, e nessuno dice ai tabaccai che sono mercanti di morte.

Paolo De Gregorio

 

Photo: matías nicolás


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