Caro Renzi, se non ora, quando?

par paolodegregorio
venerdì 19 luglio 2013

La commedia che da mesi va in onda nel PD, che vuole rappresentare un partito con diverse anime ma che alla fine si compatta, credo che non convinca più nessuno. Prima o dopo i nodi devono essere sciolti, semplicemente perché la paralisi della politica, culminata col governo delle larghe “attese”, è ormai una patologia grave della nostra malconcia democrazia.

Sostanzialmente il PD è diviso in tre tronconi: i renziani, i centristi (nomenklatura, apparato, sindacati, cooperative, banche), la sinistra che si rifà al vecchio PCI e al movimento operaio.

È difficile quantificare il peso elettorale di ogni componente, ma possiamo constatare che tali divisioni, molto profonde, hanno portato il partito a non avere più identità, ad essere subalterno alleato della destra, fino alla vergogna di ingannare gli elettori a cui aveva promesso: “Mai al governo con B”.

Io spero proprio che questa squallida commedia di un partito che alle ultime elezioni ha perduto 3 milioni di voti rispetto alle precedenti politiche, abbia fine, senza aspettare il solito congresso truccato, e veda Renzi, finalmente libero, fondare un suo partito, sicuramente centrista, con una immagine giovane e dinamica, capace di sottrarre a B. molti consensi, svuotare “scelta civica”, e beccarsi una fetta consistente del perdente vecchio PD.

Sarebbe una ventata di aria fresca, la fine politica del PD, e dunque la possibilità di aprire uno spazio a sinistra, attualmente presidiato solo da SEL.

Ma Renzi non deve continuare a traccheggiare, perché il treno spesso passa una volta sola, e siamo tutti arcistufi di questa politichetta del tira e molla, inconcludente, che non registra la drammaticità dei problemi sociali, a cui bisogna urgentemente offrire un programma e nuove elezioni.

La dissoluzione del PD è nell’ordine naturale delle cose: se hai fallito nella tua strategia, non hai saputo rottamare la vecchia classe dirigente, hai abbandonato il territorio e il rapporto con gli elettori, e continui a chiamarti sinistra mentre non è vero, è giusto che sia pagato il prezzo più alto: la scomparsa.

 


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