Caro M5S

par paolodegregorio
giovedì 29 maggio 2014

Caro Movimento, è ora che cammini da solo. 

Chiedo anticipatamente scusa del tono perentorio del mio intervento, ma dopo 10 anni di proposte è tempo di bilanci e di decisioni.

E tra le proposte quella più inascoltata è stata quella sulla RAI: ho più volte proposto di mettere al primo posto la battaglia per far scegliere ai cittadini che pagano il canone (tra personalità indipendenti) il Direttore Generale RAI con tutti i poteri necessari per renderla veramente servizio pubblico, togliendola alla spartizione tra partiti. Inoltre, per far arrivare informazioni corrette ai cittadini, il Movimento dovrebbe munirsi di un canale televisivo proprio sotto forma di public company sottoscritta dai propri aderenti.

La caratteristica peculiare del M5S che ha attirato il mio voto e la mia collaborazione, è la pratica di una democrazia sostanziale, sconosciuta a tutti i partiti, che prevede che ogni decisione importante sia presa dagli iscritti e quindi da coloro che hanno il polso del territorio.

A tale scopo non occorrono figure carismatiche né ideologhi, tipo Grillo, Casaleggio o Becchi, ma un costante rapporto tra gli eletti e la base, che deve costituire tassativamente l’unico punto geometrico in cui maturano le decisioni, con l’ultima parola che spetta agli iscritti.

Quindi nessuna decisione o iniziativa calata dall’alto (come è il funzionamento ordinario degli altri partiti, che calunniano come “antipolitica” una democrazia autentica), come è avvenuto per il cosiddetto “impeachement” contro Napolitano o come quella di non chiedere votazioni alla base su Euro sì Euro no, che ha portato il Movimento nelle elezioni di domenica ad avere un atteggiamento ambiguo sul principale tema europeo.

Altri errori minori ma sicuramente di peso per il risultato elettorale negativo sono: aver tirato fuori nei comizi o sul blog fantasmi del passato, tipo Hitler o Stalin; i processi popolari contro i giornalisti; inneggiare in piazza San Giovanni a Berlinguer, cosa che ha contraddetto la solenne affermazione che il Movimento non è ideologico e soprattutto è al di là di destra e sinistra, che tra l’altro oggi è difficile distinguere tra loro negli uomini e nei programmi.

Una cosa è certa, gli italiani non amano gli onesti, ciò si può dedurre dal risultato elettorale che ha dato il 40% ad un partito di centro, assai simile alla vecchia Democrazia Cristiana, dove c’è dentro di tutto, pieno di correnti e capibastone con pacchetti di voti da barattare.

Nessuno nella storia dell’Italia repubblicana ha mai restituito soldi pubblici, si è dimezzato la diaria da parlamentare, ha firmato un impegno di non fare il politicante di professione impegnandosi a non fare più di due legislature.

Per la prima volta agli italiani è stata offerta la possibilità di uscire dal “compromesso storico” che dagli anni ’80 è diventato prassi politica, in cui si ostentava una finta e reciproca opposizione, mentre sottobanco ci si spartiva tutto, poltrone RAI, dirigenza di banche ed enti pubblici, assegnazione degli appalti, con l’accompagnamento di continue ruberie alla “cosa pubblica” e addirittura di trattative segrete con la mafia.

E gli italiani, che non sono né onesti, né ingenui, hanno dato il voto alla nuova Democrazia Cristiana, che permette una continuità storica, “dimenticandosi” che sono proprio quelli che ci hanno portato alla bancarotta con un debito pubblico stratosferico da cui non sanno come uscire. È come affidare l’AVIS a Dracula.

Comunque Grillo e Casaleggio non devono più decidere la linea politica, hanno il merito di aver creato il Movimento, ma oggi possono solo fare i garanti delle regole che il M5S si è dato, lasciando ai parlamentari e alla base degli iscritti tutte le elaborazioni di proposte politiche e tutte le decisioni importanti. 

 

Foto: Wikimedia


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