Carlo Giovanardi smentisce ambasciata USA. “Su Ustica ho fatto il mio dovere”

par Emanuele Midolo
lunedì 5 settembre 2011

WikiLeaks ha pubblicato il cablo 03ROMA3199 nel quale il funzionario Thomas Countryman, diplomatico dell'Ambasciata americana a Roma, riporta il contenuto di un colloquio con l'allora Ministro dei Rapporti col Parlamento Carlo Giovanardi. In quell'occasione Giovanardi avrebbe espresso la sua volontà di "mettere a tacere" le ipotesi sulla strage di Ustica. Contattato da AgoraVox Italia l'onorevole smentisce il dispaccio dell'ambasciata USA e dice di non sapere a cosa si riferisca il cablogramma pubblicato dal sito di Julian Assange.

Lei ha mai incontrato Thomas Countryman, Political Minister Counsellor dell’Ambasciata americana a Roma?

No. Non l’ho mai incontrato. Cosa faceva di preciso?
 
Era il funzionario plenipotenziario dell’ambasciata. Il n.3 di Via Veneto, praticamente. Immagino abbia avuto rapporti con l’Ambasciata americana, quando era Ministro…
 
Sì, certo. Cosa volete sapere?
 
In particolare riguardo la sua relazione in Parlamento del 2002 sulla strage di Ustica, ricorda di aver avuto dei contatti con l’ambasciata?
 
Sì, ovvio. Io ho contattato tutte le fonti che erano in grado di dare informazioni su Ustica. I servizi italiani, la magistratura, i periti. Ho contattato anche l’Ambasciata americana per sapere se aveva informazioni da darmi oltre alle rogatorie ed alla lettera formale che Clinton aveva inviato a Giuliano Amato, lettera personale nella quale Clinton diceva che gli Stati Uniti non c’entravano niente con la strage.
 
Lei ricorda che l’anno seguente, nel 2003, a seguito della pubblicazione di una serie di documenti desecretati del Dipartimento di Stato, venne reso noto che il Governo degli Stati Uniti intercettò una telefonata del 1992 tra l’allora Presidente del Consiglio Amato ed il Ministro della Difesa Andò?
 
Io ho già risposto in Parlamento anche sei mesi fa, durante una conferenza stampa con l’On. Misiti, l’On. Zamberletti ed il Generale Manca. Io ho raccolto tutta la documentazione NATO e abbiamo dimostrato, sulla base dei tracciati, che quella sera non c’era nessun aereo in volo vicino al DC-9 dell’Itavia.
 
No, noi ci riferiamo al documento consegnato all’Associazione dei familiari delle vittime della strage, secondo il Freedom of Information Act, nel quale si rivelava l’esistenza di questa intercettazione telefonica effettuata dagli americani. Lei si ricorda di questo fatto?
 
L’onorevole Amato, è stato interpellato personalmente da me, e ne ho anche riferito in Parlamento. Amato mi ha detto di dire in Parlamento che per quanto lo riguarda lui non ha mai parlato né a Cossiga, né a nessun altro di un missile e mi ha confermato che l’Ammiraglio Martini parlò allora di bomba a bordo…
 
Le ripeto, non mi riferisco affatto alla questione della causa dell’esplosione del DC-9, ma alla notizia dell’intercettazione della telefonata tra Amato e Andò, che è un fatto provato da un documento del Dipartimento di Stato americano. In quella telefonata si parlava degli “interessi” degli americani nell’affaire. Quindi lei non ha parlato con il funzionario dell’ambasciata di questa faccenda?
 
Guardi, io di questa intercettazione sinceramente non ne so nulla. In tutta la documentazione, fra gli atti processuali, di questa cosa non vi è traccia. A Palazzo Chigi dove ho esaminato i documenti, non c’è niente di tutto questo. Per quel che riguarda gli interessi americani, con più rogatorie abbiamo chiesto ad americani e francesi se hanno responsabilità e loro ci hanno già risposto decine di volte, sia in maniera formale che informale. Mi sembra chiaro che gli americani abbiano interesse a sapere perché c’è questo tipo di accanimento italiano nei loro confronti, mentre c’è stata assoluta superficialità nell’analisi delle perizie.
 
Il sito WikiLeaks ha pubblicato un cablo inviato dal diplomatico americano Thomas Countryman nel quale si riporta il contenuto di un colloquio tra lei e lo stesso Countryman, avvenuto il 10 luglio 2003.
 
Beh, non so se ho fatto una cosa del genere ma se l’ho fatta ne vado molto orgoglioso perché era dovere da parte mia farla. Io faccio parte del Governo, l’incarico era andare a relazionare in Parlamento su Ustica, è chiaro che io vada dagli americani a chiedere in maniera molto chiara di dire tutto quello che sanno sulla vicenda. Mi sembra una cosa doverosa.
 
Sì, ma Countryman riporta le sue parole sul fatto che lei avrebbe parlato in Parlamento nel tentativo, cito testualmente, “di mettere a tacere la storia di Ustica”. Cos’ha da dire a proposito di questo?
 
A questo proposito io ho fatto il mio dovere. Invece di dare ascolto alle agenzie giornalistiche ho citato le sentenze passate in giudicato, cioè quella della Cassazione che ha assolto i vertici dell’Aeronautica e che ha smentito l’ipotesi che vi sia stata una battaglia aerea nei cieli sopra Ustica, assurdità che invece Andrea Purgatori scrive quotidiano sul Corriere. Ho citato le conclusioni dei periti riguardo la bomba a bordo e ho ricostruito le tracce di tutti gli aerei che erano in volo quella sera, dimostrando che nessuno di quegli aerei era in prossimità del DC-9. Ho fatto il mio dovere di Ministro e di uomo di Governo.
 
Un’ultima domanda. Al di là dell’interesse degli Stati Uniti nel voler smentire le teorie cospirazioniste sul proprio conto, l’intercettazione di un Primo Ministro di un Governo straniero non le sembra una misura sproporzionata rispetto alla mera “attenzione” riguardo la strage?
 
Guardi, che un governo spii un altro governo non è sicuramente una cosa degna di lode. Però su questa cosa qui io non so niente. Non sono sicuro… non lo so. Ma se davvero l’hanno fatto non è certo commendevole. 
 
 
 
ESCLUSIVO: WikiLeaks su Ustica. USA: "coinvolti". Giovanardi tentò di coprire lo scandalo

 

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