Capezzone e la politica delle minacce
par Eudenos
giovedì 28 ottobre 2010
Ieri sera rientrando a casa ho ascoltato la trasmissione "La Zanzara" su Radio 24 e mi è mancato pochissimo dal telefonare per dire la mia opinione, ma un ascoltatore mi ha preceduto e ha calmato i miei bollori con le sue dichiarazioni.
Mi ha colpito molto questa telefonata di un ascoltatore che con candore e garbo ha dichiarato, con Capezzone in studio, di aver provato un leggero piacere nell'apprendere la notizia del pestaggio dell'Onorevole.
Il coro di voci che si sono levate lo hanno in un primo momento fatto passare da fascista e terrorista, il cronista però ha provato a proseguire con l'indagine che porta una persona ad esprimersi in questi termini, probabilmente perché il garbo era contraddittorio con i contenuti. L'onorevole Capezzone era piccolo e aggressivo come al solito e pareva, lui sì, l'eversivo.
Non mi interessa approfondire molto la questione, Capezzone è un personaggio per il quale non ho nessun interesse e già parlarne mi crea disturbo.
Vorrei invece soffermarmi sul fatto che di lì a poco molti messaggi sono arrivati sottolineando con altrettanto candore che volente o nolente quella stessa sensazione, dapprima repressa e paurosa era comune a molti.
A mio parere non possiamo non analizzare per un attimo i sentimenti di molte persone; uso un paragone che non è nemmeno associabile ai fatti di oggi. quello del Nazismo e delle sue opere: non mi spaventa la figura di Hitler mi preoccupa che milioni di persone abbiano fatto le cose che il gerarca aveva immaginato.
E' così che il GF privo di contenuti va studiato perché muove masse e denari eppur privo di qualsiasi valore intrinseco.
Il politico, il grande imprenditore, il funzionario fanno delle scelte, condizionano anche loro malgrado la vita di migliaia di persone. Una scelta porta sul lastrico famiglie, ne premia altre, provoca disastri e suicidi, talvolta omicidi di stato.
Mi domando quale mezzo abbia un padre che ha visto morire la propria figlia a causa di leggi ingiuste che non hanno punito uno stupratore e lo hanno rimesso in libertà? Quale accesso alla giustizia?
In politica il non fare è di per sé motivo scatenante di dolore a molti.
Trovo davvero curioso che la violenza perpetrata "democraticamente" e con il favore degli amici sia libertà di espressione e anche il semplice scatto d'ira del solitario vendicatore di se stesso, di chi cerca ancora una ragione per vivere sia terrorismo bello e buono.
Dovremo discutere molto del controllo del potere, noi votiamo e poi sappiamo le cose sempre in maniera distorta, sempre sul gossip e mai sui contenuti.
La deplorevole organizzazione di chi si muove chiedendo conto ai nostri burrattini può avere partenze errate, può usare mezzi incongrui, rappresenta però una piccolissima parte di persone che chiedono conto delle nostre cose.
Deploriamo la violenza ma valutiamo la reciprocità.