Campane moleste: le chiese producono inquinamento acustico all’esterno. Possono farlo?

par Fabio Barbera
martedì 8 marzo 2011

L’Italia viene spesso dipinta come il paese dei mille campanili. Pensate che casino! Parlarne può sicuramente servire perché il dibattito in materia non è mai stato sviluppato sia per pigrizia di chi subisce con malcelato fastidio sia per chi dice con arrendevolezza “in fondo è folkloristico. Fa tradizione”. Succede anche da me: accanto casa mia in Sicilia c'è una grossa chiesa (San Giuseppe di Castellammare del Golfo) con le campane che diffondono attraverso grossi altoparlanti in tutto il quartiere. Quotidianamente (a partire dalle sette) partono le mitragliate di rintocchi che invadono l’aere con una cadenza di 30 minuti.

L'invadenza aumenta naturalmente in tre specifici periodi: Natale, Pasqua e 21 di agosto (la festa patronale). In queste tre date, per settimane, oltre a scandire l'orario, producono lunghi e struggenti momenti musicali che possono durare anche una trentina di minuti. Scrivendone su facebook e parlandone agli amici ho scoperto che in tanti si trovano nell’analoga situazione. E allora la domanda diventa legittima: possono farlo? E’ legale diffondere all'esterno delle chiese con altoparlanti tradizioni esclusivamente cattoliche, costringendo tutti ad ascoltarle? E soprattutto (al di là dell'etica e della laicità) è normale produrre un così eccessivo inquinamento acustico?

Chi si trova a convivere con un vicino di casa così invadente spesso si sente esasperato e impotente, esiste comunque una normativa in materia che si trova a questo link.

Abbiamo chiesto proprio ai rappresentanti dell’Uaar lumi in materia. Ci ha risposto Silvano Vergoli, responsabile comunicazione esterna dell’Uaar:

“Purtroppo viviamo in un Paese che ha sottoscritto un concordato con la Chiesa Cattolica generando una contraddizione nella carta costituzionale poiché non si può essere laici (ovvero garantire la separazione tra stato e chiesa) e contemporaneamente favorire costituzionalmente una confessione religiosa. Questa ambiguità si trova anche nelle sentenze dei tribunali chiamati in causa da cittadini esasperati, alcune vanno in una direzione altre in un'altra. Se è vero che a Genova un nostro socio è riuscito ad ottenere la riduzione dell'impatto acustico, pochi giorni fa ad Avio il prete è stato assolto”.

Quella che è stata ribattezzata “La guerra delle campane” è però già aperta e i giornali cominciano ad occuparsene. Da una rapida ricerca sul web, ad esempio, si legge:

1.LAVAGNA (Genova). Lo scampanio eccessivamente rumoroso ed i rintocchi troppo frequenti hanno fatto condannare una parrocchia al risarcimento di 60mila euro a favore di una donna che abitava a pochi metri dalla chiesa.

2. BOLZANO. E’ "guerra delle campane". Da una parte i residenti bolzanini, dall'altra i frati della Chiesa di Gries, colpevoli di "scampanare" a più non posso a tutte le ore della notte e del primo mattino, fracassando le orecchie e mandando a pezzi il sonno dei poveri abitanti della zona.

3. MERANO. «A Bolzano si lamentano per le scampanate alle sette di mattina, ma cosa dovremmo dire noi, che il parroco di Maia Bassa ci “bombarda” già alle sei»? C’è aria di rivolta a causa dello sgradito concerto che i residenti sono costretti a sorbirsi quotidianamente prima dell’alba.

4. QUARTO OGGIARO (MILANO). Chiamano i fedeli a raccolta e annunciano i momenti importanti per la comunità cristiana. Ma quando si vive a meno di trenta metri da una chiesa, il suono delle campane può trasformarsi in un incubo. E se, accanto agli scampanellii, ci si mettono pure i rintocchi dell’orologio, puntuali ogni mezz’ora, si capisce il dramma!

5. TOSCANA. Campane rumorose, mille euro di multa al parroco. Un parroco della periferia di Prato dovrà pagare oltre mille euro di multa per il suono delle campane: gli è stata contestata per inquinamento ambientale dall'Arpat.

Un susseguirsi di articoli che raccontano l’invadenza acustica ci danno l’idea che cambiare la situazione è possibile. Proprio per questo l’Uaar ha predisposto un modulo, che si può richiedere scrivendo a soslaicita@uaar.it. Nel caso il rumore superi la soglia di tolleranza stabilita fissata dal DPCM 11 novembre 1997, infatti, è possibile passare alle vie legali nei confronti della parrocchia e richiederne l’adeguamento!


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