Camere a gas: ci avevano imbrogliato

par Tintero
giovedì 29 gennaio 2009

Servivano solo per disinfettare

Nella mia memoria ed educazione, le camere a gas della seconda guerra mondiale erano collegate solo all’eccidio di milioni di persone e mai nessuno aveva obiettato che queste persone fossero entrate, seppure di malavoglia, in quelle celle per essere disinfettate e non per lasciarci la vita.

Ci voleva un sacerdote, don Floriano Abrahamowicz, capo della comunità lefebvriani del Nordest, a darci ragguagli e correggere un errore sulle verità della storia dei tragici eventi dei campi di sterminio degli ebrei.

“Le camere a gas sono esistite almeno per disinfettare, ma non so dire se abbiano fatto morti oppure no” e, comunque, le vittime della Shoah non sono sei milioni ma non superano "i 200-300 mila”. La precisazione di don Abrahamowicz viene subito dopo le affermazioni negazioniste del vescovo britannico Richard Williamson consacrato senza mandato pontificio dall’arcivescovo Marcel Lefebvre, scomunicato da papa Giovanni Paolo II e recentemente reintegrato da papa Benedetto XVI.



Non è la prima volta che leggiamo che l’olocausto è un’invenzione della propaganda sionista e che le camere a gas non avevano lo scopo di uccidere, ma certe affermazioni, al di là dei numeri che non cambiano l’essenza del genocidio, pronunciate da persone che dovrebbero avere cura degli uomini e delle anime, sono di una gravità straordinaria.

Ho visitato Auschwitz insieme a Shlomo Venezia, un sopravvissuto che faceva parte dei Sonderkommandos, deportati obbligati a collaborare con le autorità all’interno dei campi, specie per le operazioni di rimozione dei corpi delle camere a gas e della successiva cremazione. Ebbene lui non sarebbe certamente d’accordo con don Floriano Abrahamovicz e con le sue tesi.

 


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