Cambiano le Province: ecco la nuova mappa dell’Italia a partire dal 2014

par Paolo Monarca
mercoledì 31 ottobre 2012

Dal 2014 l'Italia andrà incontro all'accorpamento di varie province, che ne porterà il numero da 86 a 51. È quanto deciso oggi dal Consiglio dei Ministri che ha approvato poco fa il decreto legge che riorganizza appunto gli "enti di area vasta del nostro paese" dando i tempi precisi per l'avvio del riordino delle province e delle dieci città metropolitane (Roma, Torino, Milano, Venezia, Genova, Bologna, Firenze, Bari, Napoli e Reggio Calabria).

Il dl vale per le Regioni a statuto ordinario, mentre si dovrà discutere quelle a statuto straordinario. L'operazione di diminuzione delle province provocherà il "dimezzamento dei costi, per un risparmio complessivo di circa 40 milioni di euro l'anno", dicono dal Governo, ma la decisione ha portato immediate proteste da parte di vari attori. 

Le tappe per arrivare alle nuove province saranno varie. Si parte con l'azzeramento delle giunte a partire dal 1 gennaio 2013 (il presidente potrà delegare l'esercizio di funzioni a non più di 3 consiglieri provinciali) fino ad arrivare alle elezioni che si terranno a novembre 2013. Tra le decisioni ci saranno il divieto di cumulo di emolumenti per le cariche presso gli organi comunali e provinciali e l'abolizione degli assessorati. In più i presidenti delle Regioni guadagneranno al massimo 7.400 euro netti al mese (ora ne prendevano, a seconda delle Regioni, tra i 7 e i 14 mila).

A fare maggiormente le spese di questa riduzione sono la Toscana e la Lombardia che perdono rispettivamente 6 e 5 capoluoghi, ma non mancano le critiche da parte delle Regioni che diventeranno monoprovincia, come l'Umbria, il Molise e la Basilicata dove cominciano le prime lamentele da parte dei consiglieri Pdl che dicono come non si comprendano ''le ragioni per le quali alcune province sono state mantenute in deroga ai criteri prefissati (popolazione e territorio) e le nostre fondatissime ragioni di mantenere le due province in una regione di diecimila kmq siano state ignorate''. 

Polemiche a parte, ecco come sarà l'Italia del 2014:

 

Piemonte: Torino, Cuneo, Asti-Alessandria, Novara-Verbano-Cusio-Ossola, Biella-Vercelli.

Liguria: Genova, Imperia-Savona, La Spezia.

Lombardia: Milano-Monza-Brianza, Brescia,Mantova-Cremona-Lodi, Varese-Como-Lecco, Sondrio, Bergamo, Pavia.

Veneto: Venezia, Verona-Rovigo, Vicenza, Padova-Treviso, Belluno.

Emilia Romagna: Bologna, Piacenza-Parma, Reggio Emilia-Modena, Ferrara, Ravenna-Forlì-Cesena-Rimini.

Toscana: Firenze-Pistoia-Prato, Arezzo, Siena-Grosseto, Massa Carrara-Lucca-Pisa-Livorno.

Marche: Ancona, Pesaro-Urbino, Macerata-Fermo-Ascoli Piceno.

Umbria: Perugia-Terni.

Lazio: Roma, Viterbo-Rieti, Latina-Frosinone.

Abruzzo: L'Aquila-Teramo, Pescara-Chieti.

Molise: Campobasso-Isernia.

Campania: Napoli, Caserta, Benevento-Avellino, Salerno.

Puglia: Bari, Foggia-Andria-Barletta-Trani, Taranto-Brindisi, Lecce.

Basilicata: Potenza-Matera.

Calabria: Reggio Calabria, Catanzaro-Vibo Valentia-Crotone, Cosenza


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