Cambiano i Boy Scout e diventano un corpo paramilitare

par Mazzetta
venerdì 15 maggio 2009

Dimenticate i Lupetti, le Coccinelle, gli esploratori della natura e le buone azioni come l’aiuto all’attraversamento dell’incrocio all’anziana, non è tempo.

Il corpo dei Boy Scout è ormai travolto dalla paranoia e dalla regressione nell’ideologia malata. Già negli anni scorsi l’organizzazione di origine anglosassone e ispirazione cristiana aveva dato segnali di una deriva morale preoccupante, pronunciando il rifiuto del movimento per i ragazzini con tendenze omosessuali. Asserita una rassicurante eterosessualità, i cristiani sempre più estremisti che controllano il movimento hanno pensato bene di introdurre veri e propri programmi di addestamento paramilitare. Così se un tempo i Boy Scout offrivano corsi in collaborazione con pompieri e polizia, oggi si è passati direttamente all’addestramento militare e ai corsi sullo stile di quello delle unità anti-terrorismo o delle unità di frontiera schierate contro i migranti. L’età è quella che va dai 14 ai 21 anni.

I "nemici" possono essere "terroristi", migranti clandestini, ma anche i cavalli pazzi che sempre in maggior numero fanno strage di loro concittadini entrando nei luoghi pubblici e sparacchiando più o meno a caso. Secondo uno degli organizzatori dei corsi: "Questo significa essere ragazzi e ragazze dal vero sangue americano". Una dichiarazione che basta ed avanza per perimetrare la trovata all’interno dell’ideologia nazionalista e separatista abbracciata da una discreta parte della popolazione bianca, non a caso i Boy Scout americani attirano quasi esclusivamente i figli dei dei bianchi.

Per ora l’iniziativa resta confinata agli Stati Uniti, ma c’è da scommettere che se non sarà stroncata dalle polemiche interne, presto troverà diffusione in altri paesi, i ragazzini si divertono un sacco a sparare con le armi (vere e ad aria compressa) e i loro genitori sono contenti della razione di "disciplina" ricevuta dai pargoli.


Il Boy Scout del ventunesimo secolo non sa riconoscere le tracce e dell’orso, non sa accendere un fuoco sfregando i legnetti e non conosce piante e fiori. In compenso conosce benissimo le tecniche per atterrare e immobilizzare un sospetto, l’uso delle armi da fuoco, come fare irruzione in un edificio o un autobus occupato da terroristi o da pazzi armati e anche come identificare e bloccare un clandestino. Anche nel look la rivoluzione è evidente, niente pantaloncini, pedule e bastone, ma tute militari, anfibi, mitragliatori e pistole. Quelli nelle foto sono proprio Boy Scout americani.

Sfugge l’utilità pratica dell’addestramento, tanto da far pensare a questi corsi come a veri e propri espedienti di indottrinamento, del tutto simili a queli storicamente impiegati dai peggiori regimi totalitari, invece di insegnare la tolleranza si insegna l’esercizio della violenza armata e si alimenta una visione nella quale l’altro è un nemico sanguinario da eliminare sparando.

Una regressione che sarebbe piaciuta al loro fondatore, quel Baden-Powell che da ufficiale britannico vide nell’educazione scout una grande opportunità per abituare fin da piccoli i cittadini al rispetto e all’obbedienza verso l’autorità. Come tanti piccoli soldatini. Per il momento non si segnalano reazioni da parte delle chiese di riferimento, in particolare quella battista e quella mormone che controllano i Boy Scouts of America, ma non sono giunte condanne nemmeno dai cattolici o da altri culti cristiani che pure abbracciano e supportano lo scoutismo da decenni.




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